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Texas, coppia teneva una donna in casa come schiava

I coniugi Mohamed Toure e Denise Florence Cros-Toure, figli rispettivamente dell’ex presidente e dell’ex segretario della Guinea, avevano fatto arrivare una bimba dal loro paese d’origine per darle una vita migliore. Secondo quanto riferisce la stessa bambina, oggi donna, in realtà i due l’avrebbero trattata come una schiava per ben 16 anni, minacciandola e sottoponendola a violenze fisiche. La coppia, adesso, rischia fino a 20 anni di prigione

Texas, coppia teneva una donna in casa come schiava

Una storia crudele quella che si sta venendo a delineare nel dibattito all’interno dell’aula di un tribunale del Texas (USA).

La vicenda vede da una parte una giovane donna decisa a denunciare i propri presunti benefattori, colpevoli di averla invece ridotta per anni in schiavitù, dall’altra la stessa coppia di “genitori putativi”, i quali respingono ogni accusa.

Per avere un chiaro quadro della vicenda, è necessario tornare fino al lontano 2000. I coniugi Mohamed Toure e Denise Florence Cros-Toure, entrambi guineani e figli di politici, lasciarono il proprio paese d’origine ottenendo asilo negli Stati Uniti, dove attualmente risiedono. Poco dopo il loro arrivo negli States, i due decisero di farsi raggiungere in America da una bimba guineana, che avrebbero curato ed accudito con l’obiettivo di darle una vita migliore.

Queste, almeno, sarebbero state le intenzioni dichiarate.

La realtà riportata dalla bambina, oggi una donna di circa 30 anni (non si conosce l’età esatta), è però molto diversa. Jane Doe, così viene nominata nei rapporti del tribunale, afferma di aver passato con i coniugi Toure un’esistenza infernale. La coppia non l’avrebbe mai considerata una figlia, o una connazionale da tutelare. Per loro lei sarebbe stata semplicemente una schiava, fatta venire dall’Africa solo per servirli.

Jane conduceva la propria vita segregata nella lussuosa abitazione dei suoi “padroni” a Southlake, in Texas. Lì si occupava dei 5 figli dei Toure e delle pulizie domestiche, cucinava e svolgeva altre mansioni senza, fra l’altro, ricevere alcun compenso. Nessuna istruzione per lei, quando era in età scolare, né visite o cure mediche. Solo mancanza di affetto e tanta irriconoscenza, a cui spesso si accompagnavano pesanti percosse quando la giovane non portava correttamente a termine gli incarichi assegnati, oppure la minaccia di rimandarla nel suo vecchio villaggio in Guinea.

Un incubo durato ben 16 anni, conclusosi solo nell’estate del 2016, quando la giovane era riuscita a fuggire dai Toure con l’aiuto di alcuni vicini.

Questa è la versione di Jane, avvalorata dalle numerose cicatrici riportate sulle braccia e su un orecchio a seguito delle violenze, e dalle testomonianze dei sopra citati vicini.

Un autentico scandalo per i Toure. Figlio dell’ex presidente della Guinea lui, e figlia dell’ex segretario del medesimo stato lei, continuano a definirsi dei benefattori.

Di diverso parere sembra essere stato il gran giurì di Fort Worth (Texas), che ha creduto al racconto della 30enne, e lo scorso mercoledì li ha incriminati ufficialmente. I due, entrambi 57enni, rischiano adesso fino a 20 anni di carcere.

Tramite il loro avvocato, Scott Palmer, dichiarano che la storia di Jane sia frutto di un’invenzione.

Dal momento che i Toure stavano pensando di rimandarla in Guinea, la donna avrebbe mentito di proposito così da poter restare negli Stati Uniti ed ottenere, come risarcimento per degli abusi mai subìti, un’ingente somma di denaro.

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