Brexit

Il trionfo di Johnson: ​così ha sfidato l'Europa

La vittoria del fronte del Brexit è merito di un uomo solo: Boris Johnson. Il sindaco di Londra, averrsario di Cameron per la leadership dei Tory

Il trionfo di Johnson: ​così ha sfidato l'Europa

La vittoria del fronte del Brexit è merito di un uomo solo: Boris Johnson. Il sindaco di Londra, averrsario di Cameron per la leadership dei Tory, ha di fatto guidato la campagna della destra inglese per dire addio all'Unione Europea. Johnson leader del movimento Brexit è il favorito dai bookmakers inglesi come prossimo primo ministro. Il passo indietro di Camero di fatto apre la successione all'interno del partito e anche a Downing Street. Johnson secondo le ultime rilevazioni dei sondaggi è il politico più popolare del Regno e potrebbe ora diventare il nuovo leader del partito conservatore e primo ministro. Capelli spettinati e un fare rude ma concreto gli hanno spianato prima la strada verso la City Hall di Londra e ora verso la poltrona di Primo Ministro.
Johnson non è nato in Gran Bretagna, ma a New York.

È un uomo cosmopolita che incarna perfettamente il mood della nuova Grna Bretagna. Il suo bisonno era un ministro dell'Impero Ottomano, nel suo albero genealogico ci sono pure antentai francesi, turchi e tedeschi: un insieme di culture che rendono Johnson un personaggio unico nel panorama politico europeo e britannico. Nel 2008 è stato eletto sindaco di Londra. Poi dopo il successo dei Giochi di Londra, nel 2012 viene rieletto per il secondo mandato. Chi lo consoce bene dentro il partito ha sempre sostenuto la tesi che Johnson abbia da tempo un piano per prendersi la leadership dei conservatori e la poltrona di premier. Nel 2015 è stato eletto in Parlamento. Adesso ha abbracciato la campagna del Brexit: il passaporto per la sua scalata dentro il partito e al numero 10 di Downing Street. Johnson, il vincitore indiscusso del referendum sulla Brexit, ha reso omaggio al premier dimissionario David Camerone ha concordato con lui sul fatto che non c’è bisogno di affrettarsi a invocare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, per avviare il negoziato di separazione di Londra dall’Ue. "L’Ue è stata una buona idea, ma non è più giusta per il nostro Paese. Il popolo ha parlato per la democrazia, in Gran Bretagna e in Europa", ha aggiunto, parlando dal quartier generale di Leave, nel suo primo intervento dopo la clamorosa vittoria. "La Gran Bretagna - ha proseguito- continuerà ad essere una grande potenza europea, che condividerà (con l’Occidente) sicurezza, intelligence e tutto quel che serve per rendere sicuro il nostro Paese. Dobbiamo ringraziare il popolo britannico, perchè hanno risposto a questa difficile domanda: l’elettorato ha cercato nel proprio cuore e risposto nel modo più onesto possibile, con un’affluenza mai vista. E ha deciso che è ora di votare per riprendeci il controllo.

L’Ue è diventata troppo lontana, non abbastanza responsabile".

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