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Trump incontra i vertici auto e benedice Marchionne: "Il mio uomo preferito"

Marchionne pronto a trasferire la produzione in Michigan?. Il plauso del presidente degli Stati Uniti

Trump incontra i vertici auto e benedice Marchionne: "Il mio uomo preferito"

Donald Trump ha incontrato i vertici della grandi aziende di automobili chiedendo loro di costruire più macchine possibile negli Stati Uniti. Un progetto che da sempre il presidente Usa cavalca, sin dai tempi della campagna per la Casa Bianca. E che adesso, da presidente, può cercare di attuare.

L'incontro aveva come punto centrale la questione legata alle emissioni e all'efficienza dei consumi. Un meeting importantissimo, anche in virtù della politica di Trump sul clima e sulla deregulation tema ambientale. Tra i grandi manager presenti alla conferenza, Gm Mary Barra, amministratore delegato di General Motors, James Hackett della Ford e l'amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles (Fca), Sergio Marchionne.

Quando il presidente Trump ha chiesto ai manager di presentarsi, arrivato da Marchionne ha chiesto: "Trasferite la produzione dal Messico al Michigan?". Marchionne ha risposto di sì e Trump indicandolo ha detto: "Il mio uomo preferito nella stanza".

Come riporta il Corriere della Sera, Marchionne ha dichiarato di aver "apprezzato l’opportunità di discutere con il presidente del comune impegno verso l’industria dell’auto. Le preferenze dei consumatori e gli sviluppi tecnologici sono in continua evoluzione e rivisitare e valutare gli standard dell’Epa, come originariamente previsto, è giusto". L'a.d. ha poi continuato: "Sono ottimista che il presidente riuscirà a trovare il modo di preservare un programma nazionale che stimoli miglioramenti continui nell'efficienza e ci permetta di realizzare veicoli che i nostri clienti vogliano acquistare, a prezzi a loro accessibili".

Ma quello che conta è la benedizione del presidente Usa. Marchionne con quella risposta affermativa alla domanda del presidente Usa ha semplicemente ribadito la politica azienda di Fiat Chrysler sugli Stati Uniti.

Tutti contenti, dunque, soprattutto il presidente Usa che ha guadagnato altre fabbriche (e altri posti di lavoro) nel proprio Paese.

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