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Tsunami Indonesia: gli esperti temono una seconda violenta ondata

L’Anak continua ad eruttare senza sosta, la protezione civile invita tutti a tenersi a distanza dalle spiagge: allarme per gli strumenti di segnalazione, non funzionanti dal 2012

Tsunami Indonesia: gli esperti temono una seconda violenta ondata

"Nuotavamo tra i cadaveri…", racconta i sopravvissuti alla strage. Il peggio, forse, potrebbe ancora non essere passato. L’allarme tsunami non è infatti ancora rientrato in Indonesia, dopo la terribile ondata di ieri che ha causato la morte, fino ad ora accertata, di 281 persone ed il ferimento di più di mille.

L’Anak, infatti, non ha ancora cessato la sua attività, e sta continuando ad eruttare lava e ad emettere ceneri e lapilli. Fortissimi i timori da parte delle autorità indonesiane, che stanno tenendo in stato di allerta la popolazione ed i turisti ancora presenti, consigliando di tenersi lontani dalle spiagge. Si teme infatti che possa arrivare un secondo maremoto.

La situazione è resa ancora più delicata per il fatto che i sistemi di allarme nelle zone già colpite dallo tsunami non sono operative dal 2012, sia per la scarsità di fondi che per problemi di natura tecnica. Ad affermarlo con grande preoccupazione è Sutopo Purwo Nugroho, portavoce dell’agenzia per la gestione dei disastri.

Restano ancora 57 persone disperse dopo la tragedia di ieri secondo la protezione civile locale, dunque si teme che il numero delle vittime possa accrescersi ulteriormente.

Oltre 11mila i cittadini rimasti senza casa, un’ulteriore problematica da affrontare per il governo indonesiano, che ora ha come proiorità la sicurezza della popolazione, almeno finchè non cesserà l’allarme.

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