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Ucraina, cessate il fuoco. Ma Kiev accusa la Russia: "Inviati 50 carri armati"

Intesa per il cessate il fuoco da domenica. Merkel avverte: "Se accordo non funziona, nuove sanzioni". Putin: "Soldati di Kiev circondati dai ribelli si arrendano"

Ucraina, cessate il fuoco. Ma Kiev accusa la Russia: "Inviati 50 carri armati"

L'accordo sul cessate il fuoco in Ucraina è arrivato dopo il vertice-maratona di Minsk andato avanti 16 ore. Le armi dovranno tacere dalla mezzanotte di sabato, ora di Kiev. Così come il ritiro delle arme pesanti da parte delle forze ucraine dall’attuale linea del confronto (Kiev denuncia la perdita di 500 km in questi ultimi cinque mesi) e da parte delle forze separatiste, "per una distanza uguale", dalla linea di demarcazione concordata lo scorso 19 settembre a Minsk. Il ritiro delle armi dovrà iniziare non oltre due giorni dopo l’inizio della tregua ed essere completato entro 14 giorni. Il governo ucraino riprenderà controllo dei confini con la Russia nelle regioni di Luhansk e Donetsk solo alla fine dell’anno. "Non mi faccio illusioni - ha detto Angela Merkel -. Non ci facciamo illusioni: rimane molto lavoro da fare. Ma c’è comunque la possibilità reale di cambiare la situazione in meglio". Ammette però che "non sono stati raggiunti tutti gli obiettivi". E poi avverte: "Se l’accordo non funziona, non escludiamo di imporre ulteriori sanzioni".

Sempre secondo il documento tecnico stilato dopo il vertice, Luhansk e Donetsk avranno il diritto di formare forze di polizia e magistratura autonome e di decidere la lingua ufficiale; Kiev non avrà alcun potere di togliere i poteri agli amministratori locali, un'autonomia che "le nostre regioni possono solo sognare di avere", come ha subito commentato in un tweet l’oppositore russo Aleksei Navalny.

A Minsk, osserva François Hollande, "c’è stato un accordo e ci sarebbe potuto essere un fallimento. Con la Merkel il presidente è stato il protagonista delle trattative con il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Petro Poroshenko. "Avviato il processo, penso che siamo sulla buona strada", ha osservato. Ma, ha aggiunto, "l’accordo non garantisce che nei prossimi giorni sia un successo duraturo: continuiamo a essere vigili esercitando la pressione".
Tutto risolto dunque? Ancora troppo presto per dirlo. Intanto il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale ucraino, Andriy Lysenko, denuncia che circa 50 carri armati, 40 complessi missilistici Grad, Uragan e Smerch, e 40 blindati hanno passato il confine nei prezzi della località di Izvarine nella notte, mentre a Minsk era in corso la maratona negoziale per un accordo di cessate il fuoco. Tutto questo sarebbe avvenuto malgrado le dichiarazioni dei russi secondo cui non ci sono armi o soldati russi in territorio ucraino. "Il nemico - ha detto Lisenko - continua a rafforzare le sue posizioni a nord nella regione di Lugansk e a Debaltseve".
A marzo gli istruttori statunitensi inizieranno ad addestrare le truppe ucraine: lo ha reso noto ieri il comandante delle truppe Usa in Europa, generale Ben Hodges, durante una visita alla base Nato nella città di Szczecin, nel nord-est della Polonia. Un battaglione dell’Esercito Usa addestrerà tre battaglioni ucraini forze armate dell’Ucraina a pratiche di pronto soccorso e sicurezza, a operare in un contesto di disturbo delle comunicazioni da parte delle forze russe e a proteggersi dall’artiglieria russa e dei ribelli, ha spiegato Hodgers. L’addestramento verrà fornito dalla 173^ Brigata aviotrasportata di stanza in Italia, a Vicenza, a 600 militari della Guardia nazionale ucraina.
Il capo dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko, avverte che in caso di violazione degli accordi "non ci saranno nuovi memorandum". A sua volta il presidente dell’altra repubblica separatista, quella di Lugansk, Igor Plotnitsky, ha riferito che i ribelli "avevano altre idee", ma prendono atto delle posizioni dei capi di Russia, Germania e Francia. "Se questi si comporteranno da garanti dell’atteggiamento di Kiev", ha detto Plotnitsky, "non possiamo non dare una chance all’Ucraina".
Plotnitsky ha definito l'accordo raggiunto a Minsk per la tregua come un grande risultato: "La vittoria sarà nostra, con mezzi politici o militari, l’Ucraina cambierà grazie al popolo del Donbass", ha concluso l’esponente filo-russo, citato da Ria Novosti.
A colloqui conclusi Vladimir Putin ha osservato che i soldati governativi ucraini circondati dai ribelli filo-russi debbono arrendersi prima che entri in vigore la tregua prevista dal nuovo accordo raggiunto a Minsk. Può apparire come la prima doccia fredda sul pur cauto ottimismo suscitato dai risultati delle trattative; sebbene il presidente russo sia stato attento a non fare direttamente propria tale pretesa, attribuendola invece ai separatisti. Secondo Putin, i governativi sotto assedio sarebbero "un gruppo rilevante, tra i seimila e gli ottomila uomini" in tutto, di cui non ha peraltro specificato l’ubicazione (forse alludeva a quanto sta accadendo intorno a Debaltsevo).
Le armi pesanti "devono essere ritirate dalle zone del conflitto" e "la Russia deve smettere di sostenere i separatisti e deve ritirare i suoi soldati e gli equipaggiamenti militari" dall’Ucraina. Lo sostiene un portavoce della Casa Bianca, secondo il quale la prova attendibile dell’accordo raggiunto a Minsk sarà una tregua duratura e ristabilire il controllo di Kiev su confini con la Russia. La Casa Bianca ha espresso inoltre la propria preoccupazione per l’escalation odierna del conflitto, che definisce "in contrasto con lo spirito dell’accordo di Minsk".
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