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Merkel chiama Putin e Poroshenko. "Mosca si faccia sentire dai ribelli"

Un colloquio a tre con il presidente ucraino per parlare di "misure concrete" perché la tregua regga. "Entro oggi si ritirino le armi pesanti"

Un abitante di Artemivsk, nell'Ucraina orientale, davanti a un edificio in fiamme
Un abitante di Artemivsk, nell'Ucraina orientale, davanti a un edificio in fiamme

Una telefona a tre tra il cancelliere tedesco, e i presidenti di Russia e Ucraina. La annuncia un comunicato del Cremlino, che sottolinea come Merkel, Putin e Poroshenko si siano sentiti per discutere della tregua che è scattata tra sabato e domenica. Già il giorno successivo il cessate il fuoco dava qualche segno di debolezza, con ribelli e forze governative che tornavano ad accusarsi reciprocamente di dare fuoco all'artiglieria.

Altri combattimenti ieri, quando almeno cinque soldati di Kiev sono rimasti uccisi nel Donbass e feriti altri venticinque feriti, con entrambe le parti che annunciavano di non essere pronte a ritirare le armi pesanti, se non ci fosse stato un serio impegno a rispettare gli accordi presi a Minsk.

Una situazione che ha reso necessario un nuovo colloquio tra Berlino, Kiev e Mosca, durante il quale si è discusso soprattutto della difficile situazione dell'area di Debaltsevo, snodo tra le roccaforti separatiste di Donetsk e Luhansk controllato dall'esercito regolare, e del ruolo che in Ucraina devono avere gli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).

Gli uomini dell'Osce dovranno vigilare sul cessate il fuoco, per far sì che sia rispettato e i tre leader hanno chiarito quali dovranno essere le "misure concrete".

La Merkel ha anche chiesto a Putin di sfruttare la propria influenza sui ribelli separatisti, unendosi a Poroshenko nel chiedere che già da oggi le armi pesanti si ritirino.

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