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Uomo denuncia patrigno dopo 50 anni: "Ha ucciso mio fratello"

Paul Booth è morto a 19 mesi con il cranio fracassato. Il processo al patrigno, presunto omicida, è stato riaperto sulla base dei ricordi del fratello della vittima

Uomo denuncia patrigno dopo 50 anni: "Ha ucciso mio fratello"

La rabbia gli ha fatto tornare in mente ciò a cui aveva assistito cinquant'anni prima e forse, ora, Paul Booth, morto a 19 mesi nel 1968 in Inghilterra con il cranio fracassato, troverà giustizia.

È bastata una vecchia foto in bianco e nero per far riaffiorare i ricordi di Peter Booth, oggi 53enne, fratello della vittima. Tutto è iniziato due anni fa quando Booth ha visto l’immagine, scattata solo due settimane prima che morisse, del fratello Paul con il patrigno Dearlove, pubblicata su Facebook: "Mi sono arrabbiato - ha raccontato ai magistrati -. Non volevo che stesse lì per via di quello che il nostro patrigno aveva fatto a Paul e di quello che aveva fatto a me".

Il ricordo

"Lo teneva per le caviglie, Paul aveva la faccia rivolta verso il soffitto. Lo faceva roteare e la sua testa ha colpito il camino. Paul ha lanciato un grido e mia madre ha urlato quando è uscita dalla cucina. Si è sentito un orribile colpo sordo. Poi Paul è rimasto a terra con le braccia sui fianchi. Io sono corso al piano di sopra perché ero terrorizzato", ha raccontato Peter.

La denuncia

Dopo la denuncia, la polizia ha riaperto il caso. Il patrigno David Dearlove, oggi 71enne, nega tutte le accuse sostenendo che non è possibile fidarsi della memoria di Peter Booth, che all'epoca aveva solo 4 anni. Il 53enne ha raccontato in tribunale che l'uomo li picchiava ripetutamente.

608px;">Dearlove ha sempre dichiarato che il bimbo si fosse fatto male cadendo dal letto, mentre i medici avevano concluso che la morte del bambino era il risultato di un impatto deliberato e molto forte.

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