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Usa, dietro al video degli studenti che deridono il nativo americano c'è di più

Cnn ha diffuso un'altra versione, più ampia, del video girato a Washington. I ragazzini accusati di offendere il nativo americano si difendono dicendo di essere stati fraintesi: "I cori? Una risposta a chi ci insultava"

Usa, dietro al video degli studenti che deridono il nativo americano c'è di più

Una sequenza di pochi minuti che, nel giro di qualche ora, è stata diffusa e rilanciata. Le immagini mostrano un ragazzino americano, probabilmente sostenitore del presidente Donald Trump, che, con aria derisoria, osserva dritto negli occhi Nathan Phillips, un 64enne nativo americano mentre intona un canto tradizionale. Ma la realtà di quelle immagini che hanno fatto il giro dei media internazionali potrebbe essere più complessa di come è apparsa in queste ore.

Perché secondo quanto riporta il sito della Cnn, quello scontro tra diverse parti, e non ancora chiarito del tutto, potrebbe inserirsi in una dinamica più articolata di così, che vedrebbe altri protagonisti oltre al gruppo di studenti della Covington Catholic High School di Park Hills, del Kentucky.

Il primo scambio

Nella giornata di venerdì, a Washington, si svolgono diverse manifestazioni. Alcuni gruppi si ritrovano davanti al Lincolon Memorial, il luogo della capitale da cui iniziano tutti gli eventi e le marce. Sul posto ci sono anche i ragazzi del Kentucky, arrivati nella capitale per la marcia "Pro Life". Nella nuova versione del video, diffusa dal network americano, sono inquadrati in tanti. Tra loro c'è anche un gruppo di adulti. Si tratterebbe degli Hebrew Israelites, una movimento che crede che alcuni afroamericani siano i discendenti di un'antica tribù d'Israele. Leggono salmi e discutono con i presenti, compresa una donna. La situazione sembra tesa, fin dall'inizio, soprattutto quando a emergere è il concetto di "pace" e il nome del presidente statunitense. Da quelle parole sembra nascere il tutto, compresa qualche offesa.

La "replica" e il potenziale equivoco

Un adolescente, che ha dichiarato di essere stato presente in quei momenti, ha affermato che l'immagine del ragazzo che osserva il nativo sarebbe stata equivocata e interpretata male. Perché stando alla sua testimonianza, gli studenti avrebbero iniziato a rispondere al gruppo di Hebrew Israelites intonando cori, con l'intento di silenziare gli insulti e non per intimidire o deridere Nathan Phillips che, proprio in quel momento, si trovava lì, davanti a loro. E, sempre stando alle ricostruzioni dei ragazzi, il 64enne avrebbe bloccato la fuga dell'adolescente, forse per impedire l'escalation di odio tra le due formazioni.

Il frame con Nathan Phillips

Intanto proseguono altri scambi di battute e c'è chi bolla i ragazzini come razzisti e, per insultarli, inizia a definirli "figli dell'incesto". Nel frattempo, Phillips si trova accerchiato ed è in quel momento che entra nel frame del video. Qualcuno di loro, probabilmente con tono sarcastico, dice: "È venuto a soccorrerci".

"Quell'odio era come una tempesta"

Kaya Taitano, che ha girato il video, ha sottolineato che i ragazzi non stavano cantando cori scolastici (come qualcuno di loro aveva testimoniato), ma urlavano "Costruisci il muro" (riferendosi al muro al confine con il Messico) e inneggiavano al presidente Trump. Secondo quanto riportato dal network americano, la situazione sembrava essersi tranquillizzata fino all'arrivo di Phillips. Che avrebbe provocato, secondo Taitano, l'ilarità dei giovani. "Avevo paura,", ha dichiarato il nativo alla Cnn, che ha poi aggiunto: "Non mi piace la parola 'odio'. Non mi piace nemmeno dirlo, ma era odio sfrenato, era come una tempesta".

Il giovane nega di aver deriso il nativo

Il giovane coinvolto ha successivamente negato di aver bloccato il percorso di Phillips: "Non ho fatto intenzionalmente dei volti al manifestante. Ho sorriso a un certo punto, perché volevo che lui sapesse che non mi sarei arrabbiato, intimido e che non avrei provocato uno scontro più ampio".

Il litigio prosegue

Ma il litigio tra i gli studenti e il gruppo di ebrei afroamericani prosegue anche quando Phillips esce dall'inquadratura. I giovani studenti sono accusati dal gruppo di essere i futuri "attentatori" che sparano nelle scuole. Alcuni di loro rispondono con dei fischi.

Poi gli afroamericani li accusano di "sfruttare" i benefici del lavoro degli schiavi.

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