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"Usa e Gb non vollero salvare le ragazze nigeriane rapite"

L'accusa dell'ex commissario britannico per la Nigeria: Obama e Cameron conoscevano con precisione il luogo dove erano detenute, ma non vollero tentare un blitz perché "troppo rischioso"

"Usa e Gb non vollero salvare le ragazze nigeriane rapite"

Ricordate le ragazze nigeriane rapite nel 2014 da Boko Haram e protagoniste della campagna #bringbackourgirls?

Le duecento studentesse rapite a Chibok dai jihadisti africani avrebbero potuto essere liberate, ma Gran Bretagna e Usa non fecero niente per accorciare le loro sofferenze.

Secondo l'autorevole domenicale britannico Sunday Times, Londra e Washington conoscevano con precisione il luogo dove erano incarcerate almeno ottanta ragazze, ma giudicarono troppo pericoloso improvvisare un blitz per liberarle. A rivelare questo inquietante dettaglio è Andrew Pocock, che in Nigeria ha ricoperto un incarico di rilievo: era alto commissario del governo di Sua Maestà Britannica, in un Paese come la Nigeria che fa ancora parte del Commonwealth delle Nazioni.

A scatenare le polemiche, a quasi due anni di distanza da quei fatti, la grande campagna di opinione scatenata a livello globale per ottenere la liberazione delle ragazze. All'epoca la first lady Usa Michelle Obama promise a nome suo e del marito di fare "tutto il possibile" per riportare le ragazze a casa, mentre David Cameron parlò di "atto di pura malvagità".

Eppure nessuno mosse un dito, poiché "si sarebbero potute salvare alcune ragazze ma altre sarebbero state uccise", come ricorda Pocock.

Ebbene, per quella negligenza ancora oggi moltissime ragazze sono in questo momento nelle mani dei loro sequestratori.

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