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Siria, scontro tra Usa e Russia sulle minacce ad Assad

Gli Stati Uniti accusano il governo siriano di preparare un nuovo attacco con armi chimiche e minacciano Assad: "Pagherebbe un caro prezzo". Da Mosca arriva la dura replica del Cremlino: "Inaccettabile l'avvertimento della Casa Bianca"

Missili russi su un obiettivo dello Stato Islamico ad Hama, in Siria
Missili russi su un obiettivo dello Stato Islamico ad Hama, in Siria

Ancora tensioni tra Stati Uniti e Russia sulla Siria. All'accusa choc della Casa Bianca, che stamane ha denunciato che il governo siriano starebbe preparando un attacco chimico come quello che lo scorso aprile provocò la morte di circa 80 persone a Khan Sheikhoun, nel governatorato di Idlib, è seguita la durissima replica del Cremlino che ha definito "inaccettabili" le minacce degli Stati Uniti al presidente siriano Bashar al Assad.

L'avvertimento degli Usa ad Assad

Nei giorni scorsi, si legge, infatti, in un comunicato diffuso dal portavoce del presidente americano, Sean Spicer, "gli Stati Uniti hanno identificato potenziali preparativi per un nuovo attacco con armi chimiche" da parte del governo di Bashar al Assad. Un attacco che, secondo Washington potrebbe provocare una nuova strage di civili come accadde a Khan Sheikhoun. Le attività registrate dal Pentagono sarebbero "simili", infatti, "ai preparativi del regime prima dell'attacco" dello scorso aprile, al quale gli Stati Uniti reagirono con una pioggia di missili Tomahawk, diretta contro la base aerea siriana di Shayrat, nel centro del Paese. E un nuovo bombardamento con agenti chimici, come quello di Khan Sheikhoun, ha avvertito Washington, non sarebbe tollerato. "Come abbiamo precedentemente affermato, gli Stati Uniti sono in Siria per eliminare lo Stato Islamico”, si legge nel comunicato diffuso dalla Casa Bianca, “se tuttavia Assad conduce un nuovo attacco di massa usando armi chimiche, lui e i suoi militari pagheranno un caro prezzo".

La replica del Cremlino

Ma nel mirino di Washington non c'è soltanto il presidente siriano. "La responsabilità di nuovi attacchi contro la popolazione siriana verrà addossata ad Assad, ma anche alla Russia e all'Iran, che appoggiano l'uccisione da parte del presidente della sua stessa gente", scrive, infatti, in un tweet pubblicato poco dopo la diffusione del comunicato, Nikki Haley, ambasciatrice americana alle Nazioni Unite. Proprio il Cremlino, tramite il portavoce Dmitrj Peskov, ha definito "inaccettabile" l'avvertimento della Casa Bianca "alle autorità legittime della Repubblica Araba Siriana". "Non abbiamo alcuna informazione in tal senso, penso che le mie controparti dei servizi d'intelligence e del ministero della Difesa avrebbero condiviso la loro preoccupazione se tali informazioni fossero emerse", ha proseguito Peskov che ha comunque ribadito la contrarietà del governo russo all'utilizzo di armi chimiche. Il portavoce del Cremlino ha poi aggiunto che "i gruppi terroristi che operano in Siria hanno perpetrato diversi attacchi chimici e potrebbero tornare a farlo".

Sale la tensione tra Usa e Russia in Siria

Le minacce della Casa Bianca a Damasco, Mosca e Teheran, arrivano dopo settimane di tensioni nei cieli siriani. Lunedì scorso un SU-22 dell’aviazione siriana impegnato nelle operazioni contro lo Stato Islamico è stato abbattuto da un caccia F-18 statunitense, appartenente alla coalizione internazionale anti-Isis. Il ministero della Difesa russo aveva condannato l’episodio interrompendo le comunicazioni con Washington riguardo le operazioni militari in Siria e minacciando di abbattere qualsiasi velivolo della coalizione internazionale, individuato nella zona delle operazioni a ovest del fiume Eufrate. Ieri, in un colloquio telefonico, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha chiesto al segretario di Stato americano, Rex Tillerson “di adottare le misure necessarie per evitare provocazioni contro le truppe del governo siriano che combattono contro i terroristi". Ma gli Stati Uniti non sembrano intenzionati a fare sconti all'esercito di Assad. Anzi.

Ora, minaccia la Casa Bianca, nel caso in cui la “linea rossa” delle armi chimiche fosse superata di nuovo, a pagarne le conseguenze, oltre al governo siriano, sarebbero anche la Russia e l’Iran.

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