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Gli Usa pensano a truppe in prima linea in Iraq e Siria

I consiglieri della sicurezza in pressing su Obama per gli scarsi risultati nella lotta contro i jihadisti

Gli Usa pensano a truppe in prima linea in Iraq e Siria

Gli Usa starebbero considerando l’ipotesi di spostare le proprie truppe più vicine alla prima linea in Iraq e in Siria. Lo riferisce il Washington Post, citando alti consiglieri della sicurezza nazionale che negli ultimi giorni avrebbero aumentato il loro pressing sulla Casa Bianca, motivandolo con l’insoddisfazione per i mancati progressi nella lotta all’Isis. La mossa rappresenterebbe un’escalation significativa del ruolo americano in Iraq e in Siria, anche se la decisione - sottolinea il Washington Post - deve ancora essere presa ed eventualmente approvata dal presidente Barack Obama che potrebbe pronunciarsi entro questa settimana.

Non è ancora chiaro quanti soldati Usa potrebbero essere spostati in prima linea, ma per ora si tratterebbe - secondo quanto riferiscono funzionari sentiti dal Post - di un piccolo gruppo. Il dibattito sulle misure proposte, che porterebbe per la prima volta un numero limitato di forze speciali sul terreno in Siria e i consiglieri militari più vicino alle zone di combattimento in Iraq, giunge nel momento in cui il capo del Pentagono, Ash Carter, sta facendo pressioni sui militari per sviluppare nuove opzioni per un coinvolgimento maggiore in Iraq, Siria e Afghanistan. Anche se, precisa il Wp, le truppe non avrebbero un ruolo diretto nei combattimenti. Le raccomandazioni arrivano su richiesta di Obama e riflettono le preoccupazioni dei suoi principali consiglieri secondo cui la battaglia in Iraq e in Siria è ad un punto morto e sono necessarie nuove idee per generare un nuovo slancio contro i jihadisti.

Le altre opzioni sul tavolo, più costose ed ambiziose, come la no fly zone o le zone cuscinetto che richiederebbero decine di migliaia di truppe sul terreno per proteggere civili innocenti, non hanno comunque ricevuto il sostegno degli alti consiglieri di Obama.

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