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Usa, tutti i prodotti colpiti dal bando commerciale di Trump

Guerra commerciale tra Stati Uniti ed Unione Europea: da Piaggio a San Pellegrino, ecco tutti i marchi che rischiano le esportazioni

Usa, tutti  i prodotti colpiti dal bando commerciale di Trump

Guerra commerciale tra Stati Uniti ed Unione Europea. Dopo la decisione di Bruxelles di vietare l'importazione in Europa di carni statunitensi da bestiame con ormoni, arriva la risposta di Washington con una nuova stagione di protezionismo. L'amministrazione Trump dunque serra le fila e chiude le porte ai prodotti Ue. Tra i prodotti italiani che vengono colpiti in prima linea dalle decisioni di Trump c'è la Vespa della Piaggio con un fatturato negli Usa che ammonta al 5 per cento. Poi a seguire c'è l'acqua San pellegrino, marchio italiano e di proprietà della Nestlè. Le cose non vanno bene nemmeno per i francesi che di fatto con l'acqua Perrier avranno presto prblemi sul mercato statunitense. E tra i prodotti d'Oltralpe che entrano in questa guerra commerciale c'è anche il formaggio francese Roquefort. L'export negli usa ammonta, come ricorda ilCorriere, a 400 tonnellate all'anno, ovvero il 2 per cento della produzione totale. Colpita anche la svedese Husqvarna che produce moto e che ha un forte rapporto di esportazione negli Stati Uniti. Nella stessa condizione la Ktm austriaca che da sempre esporta nel mercato a stelle e strisce. In questo quadro arriva la reazione di Confidustria: "Le politiche protezionistiche preannunciate dal neo presidente Usa Donald Trump costituiscono un forte rischio al ribasso per le prospettive del commercio globale. L’abbandono o la riformulazione dei grandi trattati commerciali (Ttp, Ttip e Nafta) e l’introduzione di tassazione all’importazione di merci potrebbero innescare ritorsioni da parte di altri paesi, via barriere tariffarie e svalutazioni competitive, con un effetto domino per l’intera economia globale", fa sapere il Centro studi Confindustria, secondo cui comunque "la tendenza al protezionismo non è una novità, visto che costituisce una delle cause principali del rallentamento degli scambi mondiali". "Dazi e altre barriere commerciali, però, non sono la soluzione, anzi - fa sapere Confindustria - aggravano il problema: lo insegna la storia della Grande Depressione negli anni ‘30. Occorre, invece, creare le condizioni per una crescita solida, inclusiva e sostenibile.

Irrobustendo, su scala nazionale, gli strumenti di supporto per le classi medio-basse e le misure a favore dell’innovazione; riattivando, a livello globale, il circolo virtuoso tra commercio estero e crescita del Pil".

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