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Venezuela, quei "negoziati segreti" in corso tra Washington e chavisti

I contatti tra la Casa Bianca e la leadership venezuelana sarebbero diretti ad assicurare un “salvacondotto” a Maduro e alla sua cerchia

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Tra l’amministrazione Trump e il governo chavista venezuelano sarebbero in corso trattative segrete, dirette a decidere la sorte della leadership di Caracas.

L’agenzia di stampa statunitense Associated Press (Ap) ha infatti di recente pubblicato le rivelazioni fornitele da un “alto funzionario del governo americano”, coperto per ora da anonimato, inerenti ai negoziati svoltisi finora nella capitale del Paese ispanofono tra uomini del tycoon e Diosdado Cabello, braccio destro di Maduro e attuale presidente dell’Assemblea nazionale costituente della repubblica bolivariana.

Secondo la fonte contattata dall’agenzia, gli incontri tra la delegazione Usa e l’esponente chavista sarebbero cominciati lo scorso luglio e sarebbero diventati sempre più regolari e frequenti con l’aggravarsi della crisi economico-sociale in Venezuela e con l’introduzione, da parte di sempre più Stati, di sanzioni miranti a colpire le esportazioni di petrolio di Caracas.

I colloqui riservati tra gli inviati di Trump e Cabello, a detta del funzionario anonimo, sarebbero incentrati sulla concessione, da parte di Washington, di un salvacondotto a beneficio di Maduro e della sua cerchia una volta che questi ultimi avranno abbandonato il potere nella repubblica bolivariana. Gli Usa avrebbero infatti deciso di accordare alla leadership chavista delle “garanzie di sicurezza”, promettendo di “non attuare alcuna ritorsione” ai danni del presidente socialista e anti-americano e delle personalità a lui vicine e impegnandosi a trasferire costoro in una “località protetta e segreta”. In cambio della tutela statunitense, i vertici del governo di Caracas avrebbero acconsentito ad“accompagnare il Venezuela verso una rapida transizione istituzionale”.

Sempre secondo la fonte contattata da Ap, gli ufficiali Usa avrebbero promesso a Cabello, indagato proprio dalla magistratura a stelle e strisce per corruzione internazionale, traffico di droga e terrorismo,“immunità penale”, al fine di ricompensarlo per il suo“attivismo diplomatico motivato dalla volontà di mettere fine alle assurde sofferenze del popolo venezuelano”.

Per il momento, la Casa Bianca non ha rilasciato comunicati diretti a confermare le asserzioni del funzionario anonimo. Caracas, al contrario, ha commentato la notizia, senza smentirla con nettezza.

Il ministero degli Esteri bolivariano ha appunto reagito all’inchiesta di Ap diffondendo una nota che ribadisce la “storica propensione del Venezuela a dialogare con tutti” e la “determinazione” della presidenza Maduro a “percorrere qualsiasi strada utile a salvaguardare l’interesse e l’avvenire nazionali”.

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