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Cosa c'è dietro il blackout che mette in ginocchio il Venezuela

Da giovedì il Paese è letteralmente al buio: il Venezuela è soggetto a casi di questo tipo da almeno un decennio, ma non si erano mai verificati episodi di questa entità. Al centro della crisi l'incendio nella centrale di Guri, che resta un mistero

Cosa c'è dietro il blackout che mette in ginocchio il Venezuela

In queste ore si è fermato tutto. In particolare scuole e ogni attività lavorativa. A disporlo è stato il governo del Venezuela, perché, da giovedì, quasi tutto il Paese si è trovato al buio. Letteralmente. A collassare, infatti, è stato l'intero sistema elettrico statale, a causa di un blackout che, in pochissimo tempo, ha fatto saltare la luce nel 95% del Paese. Tanto che l'Assemblea nazionale venezuelana ha decretato lo stato di allerta nazionale.

La (controversa) situazione negli ospedali

A essere danneggiate dal blackout, più di tutte, le strutture ospedaliere. Da lì, la denuncia del senatore repubblicano americano Marco Rubio che, su Twitter, avrebbe parlato di centinaia di persone, tra cui diversi neonati, decedute a causa di questo disagio.

Eppure Daniela Parra, presidente del Consiglio di medici dello Stato di Zulia, avrebbe smentito le parole del repubblicano. Secondo José Manuel Olivares, deputato oppositore e medico, sarebbero 21 i decessi segnalati in varie regioni del Paese, ma il numero dei piccoli pazienti deceduti non sarebbe stato reso noto. Il ministro della Sanità, Carlos Alvarado, avrebbe parlato di informazioni "assolutamente false", sottolineando che si tratta di "notizie tendenziose che cercano di creare angoscia nel popolazione". Il capo del dicastero avrebbe poi fatto sapere che, dopo un monitoraggio delle strutture sanitarie, nel 90% di queste i generatori elettrici sarebbe funzionanti da almeno due giorni.

Il week end "al buio"

Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, i tentativi di ristabilire la corrente hanno prodotto risultati insufficienti a riportare il paese alla normalità. L'energia elettrica, infatti, sarebbe stata ripristinata venerdì, ma soltanto in alcune aree, e sarebbe poi saltata la sera stessa. Sabato è stata giornata di buio totale e soltanto ieri in alcune zone metropolitane la luce ha ripreso a funzionare. Anche se, nel corso della notte scorsa, sarebbe esploso un trasformatore elettrico a Baruta, nella periferia di Caracas, distrutto totalmente dalle fiamme. Ma, in realtà, il sistema elettrico di Caracas presenta criticità da diverso tempo. Per mancanza di manutenzione e risorse, in particolare. Fenomeni di questo tipo si verificano da almeno un decennio, anche se mai di questa grandezza. Nonostante il Paese sia una delle più grandi riserve di petrolio al mondo, le centrali termoelettriche venezuelane presentano molte criticità e sepsso non garantiscono il funzionamento sufficiente. La mancanza di carburante e le conseguenti difficoltà dei trasporti, poi, hanno impedito il rifornimento dei generatori di emergenza.

La centrale di Guri (controllata dallo Stato)

Al centro della questione, la più grande centrale idroelettrica del Paese e la seconda dell'America Latina. La stazione di Guri, posizionata nello stato Bolivar, nell'area meridionale del Paese, produce il 70% del fabbisogno nazionale e a essa sono interconnessi i tre quarti del sistema elettrico nazionale. È controllata dallo Stato e dall'esercito e, di fatto, è praticamente impossibile provare a raccogliere dati indipendenti sul suo funzionamento. Eppure, nei giorni scorsi, qualcuno avrebbe fatto riferimento a un incendio di cui, però, non si hanno notizie certe. Nicolás Maduro avrebbe parlato di "un attacco cibernetico elettromagnetico" orchestrato dagli Stati Uniti con la complicità della destra venezuelana.

Una vicenda iniziata nel 2010

Rispetto all'epoca chavista, l'industria petrolifera venezuelana, oggi, funziona al 25%, così come quella elettrica, diventata obsoleta per mancanza di risorse e di tecnologia. In Venezuela la luce costa molto poco, il sistema è completamente nazionalizzato dal 2007 e gli investimenti sono scarsi. La prima vera crisi iniziò nel 2010: una siccità intensa aveva fatto abbassare il bacino di Guri. Hugo Chávez, in quella circostanza, aveva dichiarato l'emergenza elettrica nazionale e aveva lanciato un piano di razionamento. Ma i blackout hanno continuato a togliere la luce al Paese. Secondo quanto riportato dall'opposizione, nel settore elettrico sarebbero state sottratte enormi risorse pubbliche, ma la versione ufficiale del governo di Caracas è rimasta il sabotaggio. "La macabra strategia di portarci a uno scontro fallirà. Continuiamo a lavorare per recuperare il sistema elettrico nazionale. Vinceremo", avrebbe ribadito Maduro.

Le autorità venezuelane, intanto, hanno lanciato in queste ore un piano d'emergenza nell'intero settore aereo per far fronte alle interruzioni di energia elettrica.

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