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Migranti, il vescovo della Costa d'Avorio: "L'Occidente ci aiuti qui"

Il vescovo Ignace Bessi Dogbo, presidente della Conferenza episcopale della Costa d'Avorio, ha chiesto all'occidente d'intervenire in Africa. Pagare di più le materie prime servirebbe a non far emigrare tanti piccoli agricoltori

Migranti, il vescovo della Costa d'Avorio: "L'Occidente ci aiuti qui"

Un altro vescovo ha invitato l'Occidente a predisporre aiuti concreti per gli africani, ma nelle loro terre d'origine.

I membri della Chiesa africana continuano a distinguersi per le posizione espresse in materia di gestione dei fenomeni migratori.

Non è la prima volta, infatti, che uno dei rappresentanti di quegli episcopati chiede all'Europa e agli Stati Uniti di avere sì un atteggiamento diverso, ma non per forza legato a un'idea indiscriminata d'accoglienza. A dire la sua, questa volta, è stato Ignace Bessi Dogbo, presidente della Conferenza episcopale della Costa d'Avorio.

Tre le varie affermazioni fatte, come riportato da Ecclesia, spicca quella in cui il presule ha posto il problema del costo delle materie prime: "Alcuni di loro - ha scandito riferendosi ai migranti - sono piccoli agricoltori che non ottengono prezzi equi per i loro prodotti, come accade per il cacao. Sono trattati come schiavi. L'Occidente potrebbe fare la differenza pagando prezzi equi affinché queste persone vivano del loro lavoro. In modo, quindi, che non emigrino. Una politica commerciale equa - ha chiosato il monsignore - è la migliore forma di aiuto ai paesi in via di sviluppo!".

Per il vescovo Bessi Dogbo, insomma, l'Occidente farebbe bene ad aiutare gli africani direttamente in Africa. Introducendo, magari, politiche commerciali differenti da quelle attualmente in voga. Poi l'approfondimento sull'avanzata dell'estremismo islamico in quelle zone di mondo: "Esistono sforzi - ha esordito - per assicurare che ci siano più matrimoni tra uomini musulmani e donne cristiane". "Le donne, quindi, sono costrette a convertirsi e i bambini ricevono un'istruzione musulmana". E ancora: "Molti uomini d'affari dal Marocco hanno iniziato a investire nel paese e a privilegiare i partner musulmani". Alcuni islamici, stando a quanto raccontato, tenterebbero di "attrarre" i giovani cristiani attraverso il denaro.

Bisognerebbe, dunque, "fermare questo tipo di campagna e sostenere progetti che permettano ai giovani di creare reti tra loro e prendere in carico la propria istruzione".

L'Occidente potrebbe dare una mano.

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