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Viaggio nella Germania anti Merkel: "Va combattuta come Hitler"

Editori, giornalisti e scrittori. Ecco il mondo parallelo tedesco che combatte la cancelliera

Viaggio nella Germania anti Merkel: "Va combattuta come Hitler"

Berlino, centro città. Seduto alla sua scrivania lavora Dieter Stein, direttore del giornale Junge Freieit, un settimanale coservatore che non risparmia le critiche alle politiche di Angela Merkel. Sulla parete dietro di lui è appeso un grande ritratto di Claus von Stauffenberg, il militare che nel 1944 tentò di assassinare Hitler. "Era un conservatore nazionalista e un convinto democratico - spiega Stein - ed è colui a cui si ispira il nostro lavoro di denuncia delle politiche del governo tedesco".

Schnellroda, piccolo paese di 84 abtanti disperso nelle ampie pinure della Germania settentrionale. Nella sua casa lavora Goetz Kubitschek, direttore della rivista Sezession e della casa editrice Antaios. "Due realtà che danno spazio a giornalisti e scrittori conservatori ignorati dai media nazionali. E che sostengono la causa di Pegida, il movimento patriottico nato lo scorso anno". Di PegidaKubitschek ne è uno dei leader e ogni settimana si reca in una diversa città tedesca er partecipare come oratore alle sue manifestazioni. Per poi tornare nel suo paesino e vivere una "vita tedesca" insieme alla moglie e ai sette figli.

Lipsia. Juergen Elsaesser scrive un editoriale per Compact, la rivista di "sinistra nazionale" di cui è direttore. "Sono nato comunista - racconta - mi ispiro a Lenin, una persona che partendo con un piccolo gruppo di persone ha fatto una rivoluzione nazionale. Negli anni '70 ho militato nella sinistra eversiva, in Italia avevo contatti con Lotta Continua. Poi mi sono reso conto che i nemico non è la destra in sè, ma la globalizzazione gestita dagli americani. E ho realizzato che l'immigrazione è un mezzo del capitale per distruggere i diritti dei lavoratori. Per questo la classe operaia dovrebbe difendere le frontiere e opporsi alle sciagurate politiche della Merkel".

Stein, Kubitschek, Elsaesser. Persone con storie diverse e di dfferente estrazione ideologica. Che oggi si trovano tutte d'accordo sulla necessità di combattere lo status quo tedesco. E che sono i leader di un mondo parallelo alla vita istituzionale tedesca. Che ha come nemico comune Angela Merkel. "All'estero molti pensano che ogni tedesco sostenga la Cancelliera. Non è così - sostiene Kubitschek - soltanto che non esiste nessun partito considerato una valida alternativa".

Come mai non ci sono alternative? Secondo Dieter Stein perché "i politici della maggioranza vogliono mantenere la poltrona e sono consapevoli che l'unica opposizione a loro proviene da destra. Per questo ogni volta che nasce un partito conservatore sono loro stessi a combatterlo come non mai. Essendo la Cdu un partito forte e con grandi contatti con i media nazionali, questi iniziano a descrivere l'opposizione come un manipolo di nazisti, anche quando non è così. Ai tedeschi però ciò fa molta paura. E per questo la gente prede le distanze".

"In Germania abbiamo seri problemi con la libertà di espressioni - dice Kubitschek - esiste però un mondo intellettuale parallelo fatto di giornali, riviste e case editrici che denuncia i problemi che tutti i cittadini vedo ma di cui nessuno parla. Per esempio quelli legato all'immigrazione, alla perdita di identità, alla sicurezza e alla libertà di stampa".

Junge Freiheit, Sezession e Compact sono i tre organi principali di questa "controinforazione". Insieme vantano oltre 40mila abbonati e nel 2015 le vendite dicono essere in grande crescita. Secondo Kubitschek. "sempre più tedeschi si rendono conto che le previsioni che avevamo fatto si stanno avverando. Vedono che con questa così massiccia immgrazione non è possibile alcuna integrazione, perché si possono integrare le singole persone ma non interi popoli".

Ragionamento, questo, condiviso da Elsaesser. "Destra e sinistra non esistono più. Esiste chi ha il coraggio di denunciare i problemi e chi invece no. Io, per esempio, sono un uomo che prima era di sinistra e che oggi si rende conto che la propria moglie non può più girare da sola la sera per la sua città, perché il numero di immigrati è altissimo e la polizia ne ha perso il controllo. Se si denuncia questo fatto, però si viene subito bollati come nazisti".

In effetti i media tedeschi non hanno mai esitato ad attaccare questo 'mondo parallelo', considerandolo pericoloso. Il primo canale televisivo nazionale, per esempio, lo ha definito come "un insieme di estremisti nostalgici del Terzo Reich". Accusa, questa, che viene respinta. "Il mio giornale si ispira a Stauffenberg, l'eroe della resisenza al nazismo. La sua sola citazioe basta a tenere lontano ogni estemista di destra".

Secondo Kubitschek, invece, la Germania ha un problea con l'accettazione della propria storia. "Ogni critica al sistema, sia da destra che da sinistra, viene equiparata al ritorno dei nazisti e viene detto che ciò rappresenti un pericolo per la democrazia. Cecando di boicottarci mostrano però come questa sia in realtà una pseudo-democrazia. Che noi combattiamo".

Ma come agisce questo mondo paralelo nel concreto? Come organizza la "resistenza"? "Per prima cosa puntiamo sui giovani - continua Kubitschek - insegnamo loro a scrivere sui giornali e a sviluppare un forte spirito critico. Poi li invitiamo a studiare all'università. La Germania ha bisogno du nuovi professionisti, professori, magistrati, poliziotti e politici che si impegnino per cambiare le cose". "Organizziamo regolarmente conferenze, dibattiti e congressi - racconta Elsaesser - libri e riviste sono per noi delle armi politiche tramite cui denunciamo fatti e situazioni di cui la gente non legge sui media nazionali".

Sopattutto, però, il "mondo parallelo" appoggia la nascita e la crescita di movimenti politici apartitici che si oppongono alla Merkel. Il caso più famoso è quello di Pegida, acronimo di "patrioti contro l'islamizzazione dell'Occidente". Di cui Kubitschek, pur non essendone tra i fondatori ne è uno dei leader. "Pegida non è più un mero movmento anti-islamico, è diventata una fortissima contestazione a tutto lo status quo. Critichiamo l'abbattimento delle frontiere voluto dalla Merkel, che in nome delle diversità sta sradicando l'identità sia dei tedeschi che delle eprsone che migrano. Questo autunno organizzeremo grosse manifestazioni, a cui parteciperanno anche dei politici italiani".

E' probabile, infatti, che Pegida cerchi di coinvolgere la Lega Nord. Già lo scorso febbraio Kubitschek era andato su invito di Salvini a rappresentare il movimento a Roma, per partecipare alla manifestazione leghista contro il Governo Renzi. In quell'occasione aveva parlato della creazione di una "rete europea di patrioti" che combatta l'asse Merkel-Renzi.

Ma quante probabilità ha questo 'mondo parallelo' di incidere in modo concreto in Germania? Secondo lo storico e germanista Gabriele d'Ottavio un tale movimento potrebbe rafforzarsi se la situazione economica tedesca cambiasse. "I tedeschi sono molto suscettibili verso il loro passato e hanno sviluppato forti anticorpi contro le forze populiste. Se però la coesione interna alla società venisse messa a dura prova da eventi come l'emergenza migratoria o se l'economia risentisse delle difficoltà della borsa in Cina - dove la Germania esporta molto - o dello scandalo Volkswagen, allora non è da escludere che tali forze possano guadagnare molto consenso".

Il futuro della Germania e dell'Europa è incerto e con esso anche quello della Merkel, di Pegida e del "mondo parallelo". I cui organizzatori si dicono però certi di un fatto: "Passeranno i gverni e i partiti, ma noi e il nostro lavoro culturale saremo sempre qua".

Nelle retrovie, pronti a cogliere al balzo le occasioni per ambiare radicalmente la Germania.

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