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Montegiorgio superstar: in 10mila al Palio dei Comuni

Ma allora l’ippica - come hanno sentenziato osservatori saccenti quanto improvvisati - è uno sport irrimediabilmente fuori moda e le tribune desolatamente vuote nella stragrande maggioranza dei nostri 42 ippodromi ne sono la diretta conseguenza, oppure irrimediabilmente fuori moda sono certi ben noti gestori degli ippodromi stessi che, appagati da anni dall’assistenzialismo di stato, hanno dimenticato cosa sia essere imprenditori e non riescono a portare un solo spettatore in più sulle tribune dei loro vetusti e in gran parte assai poco accoglienti impianti?
La risposta a questo inquietante quesito l’ha data domenica l’ippodromo marchigiano di Montegiorgio sulle cui tribune per il Palio dei Comuni sono affluiti almeno diecimila spettatori festanti e pure incuranti della pessima giornata di pioggia. Non un miracolo isolato, ma un rito consolidato che si rinnova da ventidue anni grazie allo spirito imprenditoriale della famiglia Mattii, proprietaria dell’ippodromo San Paolo, che unisce idee e tanto olio di gomito per la buona riuscita di quella che può essere definita a ragione la più internazionale delle corse al trotto nel calendario italiano con partecipazioni da tutta Europa.
Per la cronaca la grande kermesse marchigiana è stata vinta, anzi stravinta, con uno spumeggiante uno-due in batteria e finale da Mack Grace Sm, un giovane talento italiano in straripante ascesa che proprio qui al San Paolo, guidato con sorprendente sicurezza da Tommaso Di Lorenzo, ha svelato al mondo del trotto la propria caratura internazionale per l’incontenibile gioia del comune di Montegranaro al quale, per ironia della sorte, il quattro anni era finito per sorteggio, mentre altri comuni si erano «scannati» per accaparrarsi durante aste accese i servigi dei cavalli ritenuti più forti. Fra questi la grande delusione della corsa è stato il 10 anni svedese Opal Viking che, dopo aver diligentemente vinto la propria batteria, è finito soltanto sesto nella finale come un campione logoro sul viale del tramonto. Lui che aveva dominato le ultime due edizioni del Palio per i colori di casa di Montegiorgio e che si era affermato anche nel 2006 per Fermo, è crollato nella finale. Eppure per Opal Viking le cose sembravano essersi messe bene tatticamente: in seconda pariglia all’esterno era nelle condizioni migliori per sprintare in retta d’arrivo dove però Mack Grace Sm, dopo aver percorso l’ultima curva in quarta ruota, sprintava con superiorità isolandosi alla media di 1’11"8 davanti all’altro giovane Mondiale Ok. Grossa soddisfazione per l’allevamento italiano del trotto perché i primi cinque posti dell’ordine sono stati occupati da cavalli indigeni. Già il «made in Italy» che anche nell’ippica tiene alto il prestigio del nostro Paese, grazie al buon lavoro dei nostri allevatori. Ma allora davvero non si capisce perché le istituzioni abbiano deciso di tagliare le provvidenze all’allevamento italiano del trotto, del galoppo e del sella da 21 a 5 milioni di euro. Una pugnalata piantata nella schiena di una categoria già duramente provata dalla crisi e che ora rischia il collasso con danni incalcolabili. Basterebbe ricordare che nel nostro Paese sono dedicati all’allevamento dei cavalli da corsa 90mila ettari di terreno: un’enormità visto che, ad esempio, alla coltivazione dei pomodori ne sono riservati soltanto 60 mila.

Ma al ministero delle Politiche agricole sembra non interessare.

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