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Monti ai sindacati: "Cerchiamo l'intesa, i tempi sono stretti"

La Cgil agita lo spettro delle "tensioni sociali" e il premier subito correi ai ripari: "Lavoriamo per l'intesa"

Monti ai sindacati: "Cerchiamo l'intesa, i tempi sono stretti"

Dopo l'allarme lanciato dai sindacati su possibili tensioni sociali nel Paese, il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha telefonato ai leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl: "A ciascun leader sindacale - si legge in una nota di Palazzo Chigi - il presidente ha formulato gli auguri per il nuovo anno. Ha inoltre espresso la volontà del Governo di ricercare la massima intesa con le parti sociali sui temi del lavoro e dell'occupazione pur nell'esigenza di operare con la sollecitazione imposta dalla situazione".

Tradotto dal "politichese", Monti è ben disposto ad ascoltare i sindacati e a tenere conto, ove possibile, delle loro richieste, ma tutti devono avere ben chiara una cosa: per rilanciare il Paese e ridare fiato all'economia, creando nuovi posti di lavoro, servono riforme. E non si può aspettare troppo tempo, bisogna fare in fretta. 

I sindacati: possibili tensioni sociali

In Italia si rischiano tensioni sociali a causa della crisi. L'allarme viene lanciato dai sindacati, che tornano a chiedere al governo di risolvere la situazione aprendo un dialogo costruttivo con i rappresentanti dei lavoratori. "C’è un rischio reale di tensioni sociali nei prossimi mesi" scrive su Twitter Susanna Camusso, che sollecita l’attuazione di "un piano per il lavoro", visto che è proprio il lavoro la "vera emergenza". "La recessione - afferma in un altro commento su internet la leader sindacale - avrà un impatto duro su occupazione e redditi", esiste il "rischio che cresca il conflitto sociale con l’aumento delle diseguaglianze", conclude. Sulla stessa linea il leader della Uil, Luigi Angeletti: l’aumento della disoccupazione non è altro che gettare benzina sul fuoco: "C’è il rischio di andare verso un fase di recessione e quindi una fase perdita di posti di lavoro: l’aumento della disoccupazione non è un antidoto alla pace sociale, anzi è la benzina sul fuoco ed è questo il problema sui cui concentrarsi", afferma Angeletti. Per fare una politica che crei posti di lavoro, prosegue, "bisogna ridurre le tasse sul lavoro, ridurre l’evasione fiscale, ridurre i costi della politica e liberalizzare. Abbiamo una serie di norme che sono criminogene cioè inducono e favoriscono la corruzione".

Fassina (Pd) elogia Napolitano

"Ancora una volta, il presidente Napolitano, con passione ed autorevolezza, infonde fiducia ai cittadini italiani e sottolinea le potenzialità concrete di fronte a noi. I riferimenti del Presidente a lavoratori e lavoratrici, giovani e meno giovani, senza strumentali ed infondate contrapposizioni generazionali, in quanto tutti e tutte segnate da esclusione, precarietà e vulnerabilità, riporta il discorso sul lavoro alla realtà". Lo afferma Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd. "Oggi l’Italia, grazie al Governo Monti e ai partiti che hanno approvato una dolorosa manovra di finanza pubblica in Parlamento ha la credibilita per correggere la rotta della politica economica nell’area euro".

Capezzone: l'Italia deve crescere

"Dai professori Alesina e Giavazzi  - afferma il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone - sono ancora una volta venute, oggi sul Corriere della Sera, proposte liberali, praticabili e di buon senso. A mio avviso, il Governo Monti e le forze politiche farebbero bene a tenerne conto.

L’Italia non ha bisogno di altre misure recessive e depressive, ma di vitamine per la crescita". 

 

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