Politica

Morto dopo l’operazione: i chirurghi avevano lasciato due pinze nell’addome

L’intervento due mesi fa in una clinica privata di Cagliari

Daniele Casale

da Cagliari

Da due mesi nella sua pancia c'erano due pinze. In tutto, venti centimetri di acciaio dimenticati dopo un intervento chirurgico avvenuto il 31 maggio scorso per curare una tumore alla vescica. E domenica scorsa Francesco Frau, pensionato di 65 anni, è morto in un letto dell'ospedale Brotzu di Cagliari. Sarà l'autopsia e la magistratura a dire qualcosa di più su questa incredibile vicenda di malasanità.
La Procura della Repubblica del capoluogo sardo ha aperto un'inchiesta e sul registro delle notizie di reato è finita l'équipe che quel 31 maggio ha operato il pensionato. In tutto cinque persone, medici e infermieri: per loro l'ipotesi di reato è omicidio colposo. Tutto inizia a maggio, quando Frau viene ricoverato nella clinica privata Lay. I medici, considerate le condizioni del paziente, decidono di intervenire chirurgicamente. L'operazione riesce alla perfezione. Qualche giorno dopo di degenza postoperatoria e Frau viene dimesso, ma già da subito accusa fitte al fianco sinistro. Normali dolori dopo un intervento del genere, pensano lui e i parenti. Ma i giorni passano e la situazione non migliora, anzi: peggiora ora dopo ora, fino a quando domenica scorsa c'è bisogno di un'ambulanza per portare il pensionato all'ospedale Brotzu. Ancora poche ore e Frau smette di respirare nel reparto di Cardiochirurgia. Si capisce subito che c’è qualcosa di anomalo, tanto è vero che viene disposta subito un'autopsia. Anzi due: nella prima, effettuata dal medico legale martedì, nell’adomme del cadavere viene trovata una pinza; un'altra spunta due giorni dopo, durante il secondo esame.
Per più di un mese il poveretto ha convissuto con due pinze operatorie di dieci centimetri l'una nello stomaco.
«Siamo sconvolti, ancora non riusciamo a credere a quello che è successo. Ma non vogliamo sbilanciarci: d'ora in poi a parlare sarà solo il nostro avvocato», dicono ora i familiari della vittima.
Nel frattempo, il pubblico ministero avrebbe già ricevuto le prime relazioni del medico legale e avrebbe ordinato nuovi accertamenti nel tentativo di scoprire le cause e le responsabilità dell'incredibile dimenticanza. «Siamo esterrefatti, non riusciamo a spiegarci come possa essere accaduto», afferma il direttore sanitario della clinica Renato Daga, che ha disposto un'inchiesta interna per accertare cosa sia successo in sala operatoria il giorno dell'intervento a Frau. «È quasi impossibile che possa capitare di dimenticare i ferri, in quanto alla fine è previsto il conteggio di tutto quanto è stato utilizzato. Tanto più che la ferrista in questione è una delle più attente ed esperte che abbiamo. Siamo solidali con la famiglia del signor Frau e anche verso i nostri operatori, persone di grande professionalità».
Tra le ipotesi è che sul carrello servitore, su cui vengono posati gli attrezzi, per qualche ragione ne sia stato posto qualcuno in più, poi sfuggito al conteggio finale. E ieri mattina nella chiesa Sacro Cuore di Quartu Sant'Elena sono stati celebrati i funerali. Centinaia di persone hanno partecipato alle esequie. Francesco Frau era molto noto in città, sia perché sino a qualche anno fa lavorava al comune di Quartu, sia per la sua attività politica, prima con il Pci e poi con i Ds.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro Storace: «La Regione Sardegna attiverà le proprie indagini, e mi farà sapere che cosa è veramente successo.

Abbiamo una sanità ai vertici mondiali e non possiamo permetterci di farla macchiare da episodi di sciatteria».

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