Moschea in zona via Padova Un cantiere da 800mila euro

Via al Ramadan nelle sedi delle associazioni per 100mila musulmani milanesi Festa in via Cambini e al Vigorelli (senza invito al Comune, che sul bando tace)

L'ultimo Ramadan senza moschea? È la speranza dei 100ila musulmani milanesi, che hanno iniziato il mese sacro di digiuno e preghiera. Le sedi delle varie associazioni islamiche ospitano ogni sera, al momento del tramonto, centinaia o migliaia di fedeli che accorrono da ogni quartiere della città. I centri islamici aprono le loro porte per questi incontri, che sono religiosi e non solo, conservando un valore spiccatamente comunitario e sociale: in via Padova ogni sera vengono serviti 200 pasti, particolarmente destinati alle famiglie (spesso numerose) che incontrano difficoltà economiche. E la stessa cosa accade per l'altro grande centro milanese, l'Istituto islamico di viale Jenner che utilizza il tendone nell'area dell'ex Palasharp a Lampugnano.

Il venerdì resta l'appuntamento più importante e frequentato. La casa della cultura islamica guidata da Mahmoud Asfa si è organizzata in preghiere su tre turni in via Cambini. Intanto si prepara l'appuntamento più atteso: la cerimonia finale del Ramadan e la festa di «Id al Fitr», che celebra la fine del digiuno. La data deve ancora essere fissata e dipende da complessi calcoli legati alle fasi lunari: è molto probabile, tuttavia, che sarà un venerdì (il 17 luglio) e quindi ci si aspetta una partecipazione straordinaria. Il Caim celebrerà la fine del Ramadan al Vigorelli, dove sono attese circa 10mila persone. Non ci dovrebbero essere, stavolta, particolari problemi nella «scaletta» della cerimionia, essendo i dirigenti del Caim orientati a invitare ospiti «locali» e non discussi leader mediorientali come accaduto in passato. Non sono al momento previsti, e questa è una novità, i rappresentanti del Comune di Milano: dopo quattro anni di inviti a vuoto indirizzati al sindaco, che ha sempre mandato un assessore a farsi rappresentare, a oggi dal Coordinamento dei centri islamici milanesi non è partito alcun invito diretto a Palazzo Marino. Sicuramente punta ad avere un rappresentante del Comune il centro di via Padova, che si riunirà nella palestra di via Cambini o nel campo vicino alla sede.

Intanto, sul fronte delle moschee, tutti aspettano l'assegnazione delle aree messe in palio con il bando del Comune: si scommette che a Lampugnano e in via Esterle (non in via Marignano) saranno i centri islamici a vincere. In via Esterle (zona via Padova) la Casa di Asfa Mahmoud ha in mente una profonda ristrutturazione di edifici risalenti a quasi un secolo fa: si parla di 800mila euro di lavori per un anno di cantiere. Sta studiando il progetto un'equipe di cinque architetti, fra i quali il leader del centro, che è un professionista laureato al Politecnico e ha coinvolto uno dei suoi (ex) professori. Ma per partire con il progetto definitivo questa squadra ha bisogno di un'assegnazione che ancora non c'è. Il timore qualche consigliere di zona è che il Comune voglia aspettare un momento di disattenzione generale estiva.

O che aspetti la fine del Ramadan per smantellare la tensostruttura dell'ex Palasharp, utilizzata ancora in questi giorni, e non solo per la preghiera dei centri islamici.

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