Cronaca locale

Multe, il Comune va a casaccio: «Ci chiede di pagarle due volte»

Tira aria di bufera a Palazzo Marino. Il Comune sta mandando infatti cartelle esattoriali «pazze» ai milanesi per presunti tardivi pagamenti relativi a vecchie multe date per infrazioni al codice della strada. Lo ha segnalato ieri il Codacons con una nota. Precisando che si tratterebbe di sanzioni relative all’anno 2009, in realtà regolarmente pagate a tempo debito, nei 60 giorni previsti. «Ma in questi giorni - continua la nota - i consumatori stanno ricevendo ugualmente le cartelle, evidentemente mandate a casaccio».
«Alcuni - precisa il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori - sono in grado di provare la loro innocenza, avendo conservato sia la ricevuta di pagamento che la busta contenente il verbale da cui risulta la data della notifica. Altri sono certi di aver pagato regolarmente, ma non riescono più a ritrovare la prova del versamento, essendo ormai trascorsi tre anni, oppure, pur avendo la ricevuta di pagamento non riescono più a ricostruire la data in cui gli era stata notificata la multa e, quindi, non sono in grado di provare di aver pagato la vecchia sanzione nei 60 giorni prescritti dal codice della strada».
«È assolutamente normale, infatti - prosegue il Codacons - che anche un consumatore accorto conservi la ricevuta di versamento ma non la busta con la data in cui è stata notificata la multa. Insomma, è quasi impossibile dimostrare la propria innocenza ed esercitare il proprio diritto di difesa».
«La gran parte dei consumatori - continua l’associazione nella nota - sono stati costretti, così, a ripetere il pagamento. Altri dovranno perdere tempo prezioso per dimostrare la propria innocenza. Incomprensibile, poi, perché, anche ammettendo un ritardo nel pagamento, non sia giunto all’epoca un secondo verbale e, invece, solo ora, dopo tre anni, arrivi direttamente la casella esattoriale».
Secondo il Codacons «anche la sanzione per il pagamento tardivo, infatti, doveva essere prima notificata e, solo in caso di mancata opposizione o di opposizione con esito negativo, poteva essere emessa la cartella esattoriale. Non sappiamo quante cartelle pazze stiano ricevendo in questo momento i milanesi, certo è che i consumatori giunti all’associazione per una consulenza sono troppi perché si possa parlare di errore statistico».
Il Codacons chiede ora al Comune, «con un provvedimento di autotutela, di annullare queste cartelle pazze, effettuando un controllo ulteriore sugli atti emanati e consentendo al cittadino di poter esercitare il suo diritto di difesa senza necessità di ricorrere al giudice di pace. Se non lo farà ci saranno ricorsi che finiranno per costare al Comune ben più della cifra a cui chiediamo di rinunciare spontaneamente, cifre spesso inferiori ai 100 euro».
Dopo l’allarme lanciato dall’associazione consumatori a Palazzo Marino stanno decidendo il da farsi. Infatti il monito del Codacons - sostenuto dalle le numerosissime segnalazioni - hanno messo in allarme l’Ammministrazione che ha capito la gravità della cosa.

E che, certamente, non desidera sperperare, soprattutto in un momento storico come l’attuale, un patrimonio in ricorsi.

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