Roma

Musica: eclettismo di rango per universitari (e no)

Quel pubblico che tutte le istituzioni musicali ambirebbero avere, ma che non hanno, la Iuc (Istituzione universitaria dei concerti) l’ha in casa e, ovviamente, se lo tiene strettissimo. La benemerita istituzione romana, sorta all’indomani della guerra per iniziativa dell’ing. Fortuna, affidata poi alle cure di sua moglie, Lina, ed ora finita in quelle della figlia, Francesca - vero e proprio bene che la famiglia ha sempre amministrato con responsabilità e passione!- ogni anno presenta un cartellone di notevole interesse e varietà; certamente il più vario fra tutte le istituzioni musicali romane. E la ragione di tanta libertà e varietà di programmazione sta appunto nella particolarità del suo pubblico - in prevalenza studenti, insegnanti e personale dell’università - assai curioso anche verso le novità del presente che altrove si guardano con sospetto e si tengono solitamente fuori dalla porta.
Anzi, alla Iuc, arrivano perfino ad osare in tal senso, sbattendo la musica contemporanea in faccia al suo pubblico curioso.
Per questo parecchi programmi puntano sul contemporaneo strumentale o vocale e sulla sperimentazione anche elettronica, come attestano il concerto con musiche di Gérard Grisey (al Parco della Musica, il 16 gennaio, in occasione del Festival della Scienza, con la partecipazione «recitante» dell’astronoma Margherita Hack) o l’altro, sempre al Parco della Musica, in occasione della prossima rassegna-omaggio ad Arvo Part , a metà febbraio; e, prima ancora, il 15 dicembre, la performance della cantante - pianista Diamanda Galàs, oppure il ripescaggio del Gruppo MEV ( Musica Elettronica Viva) nella formazione originale( Rzewski, Teltelbaum, Curran) degli anni Sessanta-Settanta che creò un ponte fra Italia e America. Il primo dicembre, Ilò Gruppo MEV presenterà una nuova composizione elettronica dal vivo, dal titolo «Gran Raccordo Anulare». In chiusura di stagione, l’Hilliard Ensemble con il celebre sassofonista-compositore Jan Garbarek, in Officium un progetto di integrazione fra polifonia antica e sax moderno, immortalato già in una fortunatissima registrazione discografica.
Non mancano, ovviamente, i concerti «normali» laddove per normalità - vivaddio! - si intende il grande repertorio, ovvero la musica di Chopin, Schubert e Beethoven (di Beethoven, sonate per pianoforte con Till Fellner, il 12 dicembre; con Andrea Lucchesini, il 24 ottobre). Rita Marcotulli-Gilda Buttà esordiscono come duo pianistico, il 2 novembre (Rachmaninov, Gershwin); l’indomani, invece, un duo di gran fama e di ormai lontana fondazione, quello delle sorelle Labèque, Katia e Marielle. Altri solisti accompagnati talvolta da gruppi cameristici, come Ghidon Kremer e la sua Kremerata Baltica, il 30 gennaio, oppure Francesco Cafiso e l’Island Blue Quartet il 26 gennaio; oppure la Angela Hewitt che interpreta Bach, accompagnata dal Bach-Collegium Stuttgart, martedì 20 ottobre.
Infine, compatibilmente con la crisi, anche quest’anno sbarcheranno nell’Aula Magna dell’università la Sapienza, alcune orchestre. Per l’apertura, il 17 ottobre, l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano (direttore Wayne Marshall, violino Francesca Dego, un fenomeno per Salvatore Accardo); l’Orchestra di Kiev, martedì 12 gennaio; la Sinfonica Abruzzese a novembre, e, ad aprile, i Solisti della Mahler Chamber Orchestra.
Come sempre, anche quest’anno infinite agevolazioni per il pubblico universitario: pacchetti di abbonamento e singoli biglietti a prezzi superscontati. Info:06.

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