Cultura e Spettacoli

Muti a Chicago Un grande trionfo tra musica e storia

«Quando la grande musica incontra la storia...», ha cominciato il suo intervento ieri un collega americano: alla vigilia dell’insediamento di Obama, tutto il pubblico di Chicago si è alzato in piedi ad applaudire Riccardo Muti che ha diretto il suo primo concerto con la formidabile Orchestra Filarmonica locale da quando ha accettato di assumerne la direzione stabile. «Un onore», aveva dichiarato il maestro, «ma insieme la speranza che io possa portare un po’ d’Europa, come incontro di civiltà e anche come memoria d’una radice».
La grande musica, naturalmente, incontra ogni giorno la storia, perché cresce nella memoria che la ripensa e la ricrea negli anni e nei secoli; e se è pur sempre difficile mostrarne la feconda importanza, è perché non è misurabile, dato che, come diceva Mendelssohn, le note offrono concetti troppo precisi per essere espressi con parole. Ma ci sono dei segni che ne danno garanzia e celebrazione. Eventi creati dalla musica in cui si sente che ci si riconosce aspettando una specie di benedizione. Così, la città del Presidente degli Stati Uniti, eletto con tanta speranza, ricca d’una moderna e grande civiltà musicale, si è raccolta nella potente e problematica, vitalissima preghiera del Requiem di Verdi, cantata dalla mirabile compagnia di canto Frittoli-Borodina-Zefferi-Abrdadzakov, e c’era nell’aria qualcosa di propiziatorio. Muti si trova al centro di un altro evento, quasi a specchio del primo: il 7 febbraio inaugurerà la stagione sinfonica del Teatro San Carlo di Napoli, dopo i lunghi lavori di restauro. Napoli è la sua città natale, e ha una civiltà antica gloriosa, con la Scuola napoletana che nel Settecento conquistava l’Europa ed è costantemente rappresentata ancora nei suoi capolavori e vive ora un tempo che chiede drammaticamente un rinnovamento sociale e morale; nella riapertura del teatro c’è una meravigliosa carica di ritrovamento e di speranza.
Il San Carlo è stato riportato al suo leggendario splendore e a chi, come me, ci tornerà presto, viene raccomandato di resistere alla tentazione di guardarne le immagini diffuse, per godersi l’emozione e il turbamento della sorpresa rientrandovi. Prima, il 25 di questo mese, ci sarà Peter Grimes, un'opera di Britten. Poi ci sarà il concerto con la Sinfonia Jupiter di Mozart e due Pezzi sacri di Verdi: Muti lavorerà con il coro e l’orchestra del teatro.
Sarà presente il presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, che, a parte l’alto prestigio personale e della sua carica, è una delle poche personalità politiche che si potesse incontrare, anche in passato, ai concerti classici; il che, come dicono a Napoli quando apprezzano, non guasta.

Anche questo sarà un incontro significativo fra musica e storia.

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