Cultura e Spettacoli

Nabucco, inno del riscatto nazionale

I chiacchiericci si arrestano tutto d'un colpo. E' silenzio. La prima della stagione a Verona ha indossato il suo vestito più bello

Nabucco, inno del riscatto nazionale

Il vento che sferza sulle gradinate dell'Arena rende tutto ancora più incantevole. Gli abiti lunghi e i foulard delle signore imbellettate che si avviano verso i cancelli di ingresso svolazzano a ritmo di danza mentre le luci avvisano che lo spettacolo ha inizio. I chiacchiericci si arrestano tutto d'un colpo. E' silenzio. La prima della stagione a Verona ha indossato il suo vestito più bello. L'ingresso del maestro Riccardo Frizza che si gira verso il pubblico prendendosi il primo applauso dà inizio alla serata. Le nuvole si sono diradate lasciando nel cielo disegni incantati che si confondono con la sceneggiatura. E' quella del Nabucco di Giuseppe Verdi che inaugura la 93a edizione del festival lirico 2015 all'Arena di Verona. La terza opera del genio di Busseto, quella che ne decretò il successo. Nabucco fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti. Ha poi aperto le stagioni operistiche del Teatro alla Scala nel 1946, 1966, 1986. Nabucco è da sempre un titolo molto amato dal pubblico areniano e lega la sua storia alla città di Verona: l'opera, infatti, viene portata per la prima volta sulla scena veronese al Teatro Filarmonico nel 1844, a due anni dal debutto milanese, con la supervisione dello stesso Verdi, la direzione di Carlo Sampietro e le voci protagoniste di Filippo Collini e Giuseppina Strepponi. Il titolo poi, nell'ambito del Festival lirico, è stato rappresentato in Arena per 20 Festival a partire dal 1938, in ben 10 allestimenti diversi.

Forse l'opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell'epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese. Un'opera che ha una genesi travagliata. Realizzata dopo un periodo difficile della vita di Verdi, in quanto non solo egli era andato incontro ad un fiasco con la rappresentazione di "Un giorno di regno" il 5 settembre 1840, ma aveva anche subito la morte della moglie Margherita Barezzi e dei figli Virginia e Icilio. Ciò lo aveva condotto ad un rifiuto totale della musica. Un giorno però venne contattato dall'impresario teatrale Bartolomeo Merelli il quale gli propose un libretto composto da Temistocle Solera. Quel libretto si intitolava Nabucco. Il testo colpì a tal punto Verdi che accettò volentieri di musicare l'opera.

A Verona il dramma verdiano è proposto per ben 14 serate, fino al 5 settembre. Quasi duecento persone sul palco dell'Arena per una serata irreale. Un "Va' pensiero" sorprendente. Nella terza parte dell'opera il canto degli ebrei prigionieri in Babilonia inebria l'atmosfera. Più di cento figuranti vestiti da soldati con le fiaccole accese restano in piedi sulle gradinate sovrastanti per tutta la durata del coro. Un'onirica unione di contralti, tenori e bassi alternati all'improvvisa violenza degli archi con ricami di flauto e clarinetto, sembrano voler evocare quei luoghi cari e lontani di cui parlano i versi. Un momento indimenticabile.

Nell'anno di Expo Milano 2015, Nabucco è stata scelta dunque quale opera simbolo, proposta sulla scena areniana nell'allestimento ideato nel 1991 dal regista Gianfranco de Bosio insieme all'architetto e scenografo veronese Rinaldo Olivieri: "Una moderna metafora - spiega de Bosio - del conflitto tra l'idea monoteista, la cultura dell'uno, dell'individuo, dello spirito e quindi del rigore della forma, e la religione idolatrica, la cultura della pluralità degli dèi in cui domina la legge del più forte e quindi l'esplosione delle forme, il culto dell'estetismo".

Questo concetto prende vita all'Arena di Verona nella forma contrapposta del tempio di Gerusalemme e della reggia babilonese, sormontata da una torre di Babele che alla fine del dramma va in pezzi, "travolta dalla potenza dello spirito", così da rendere più solenne la distruzione della divinità pagana prevista dal libretto originale di Solera. Una scenografia imponente che lascia il pubblico senza fiato. Il lavoro di Olivieri, profondo conoscitore degli ampi spazi areniani, nel rispetto delle caratteristiche estetiche dell'anfiteatro romano colloca sul palcoscenico una possente costruzione per il tempio ebraico, che si trasforma nella torre di Babele durante l'esilio del popolo deportato.

La regia di Gianfranco de Bosio evidenzia poi il contrasto insito nella vicenda dell'opera: la dinamicità del popolo ebraico viene contrapposta alla ieraticità di quello babilonese per mostrare il conflitto tra Babilonia e Gerusalemme, tra culture e religioni diverse, che al culmine dell'incomprensione alla fine sanno ritrovarsi in una lingua comune e tornare all'armonia nella pluralità. Per questa visione unificatrice e profondamente risorgimentale, propria dei patrioti italiani negli anni in cui Verdi non ancora trentenne compose l'opera, Nabucco diventa nell'immaginario collettivo il titolo patriottico per eccellenza, con il coro del Va', pensiero che si eleva ad inno del riscatto nazionale. Cento di questi Nabucco. Cento di queste stagioni all'Arena di Verona.

INFORMAZIONI

Alla direzione d'orchestra per le rappresentazioni di giugno e luglio c'è Riccardo Frizza (19, 25/6 - 3, 9, 15, 18, 23/7), che si dà il cambio con Julian Kovatchev per le recite di agosto e settembre (13, 18, 22, 26, 29/8 - 1, 5/9). Grandi interpreti sono impegnati per questo dramma lirico: nei panni del Nabucco. Debutta la prima e torna per le tre recite successive Luca Salsi (19, 25/6 - 3, 9/7), a cui subentra Dalibor Jenis (15, 18, 23/7 - 13/8), quindi Ambrogio Maestri (18, 22/8) e, infine, Sebastian Catana (26, 29/8 - 1, 5/9) al suo esordio areniano.

Nella fiera Abigaille tornano in Arena Martina Serafin (19, 25/6 - 3, 15/7) e Susanna Branchini (9, 18, 23/7 - 13, 18, 22, 26/8), mentre debutta Anna Pirozzi (29/8 - 1, 5/9); Zaccaria saranno Dmitry Beloselsky (19, 25/6 - 18, 23/7), Raymond Aceto (3, 9, 15/7) e Vitalij Kowaljow (13, 18, 22, 26, 29/8 - 1, 5/9).

Nei panni di Fenena ritroviamo Nino Surguladze (19/6 - 13, 18/8), Sanja Anastasia (25/6 - 3, 9, 15, 18, 23/7) e Anna Malavasi (22, 26, 29/8 - 1, 5/9), mentre vedremo in Ismaele per la prima volta Piero Pretti (19, 25/6 - 3, 9, 18/7), che si cambia con Cristian Ricci (15, 23/7 - 22/8 - 1, 5/9), Alessandro Fantoni (13, 18/8) e Raffaele Abete (26, 29/8), entrambi debuttanti per il festival lirico 2015.

Completano il cast, nel ruolo del Gran Sacerdote di Belo Alessandro Guerzoni (19, 25/6 - 3, 9/7), Gianluca Breda (15, 18, 23/7 - 13, 18, 22/8) e Paolo Battaglia (26, 29/8 - 1, 5/9); nei panni di Abdallo vedremo Francesco Pittari (19, 25/6), Paolo Antognetti (3, 9/7 - 22, 26, 29/8 - 1, 5/9) e Antonello Ceron (15, 18, 23/7 - 13, 18/8); in Anna Madina Karbeli (19, 25/6) per la prima volta in Arena, in alternanza a Maria Letizia Grosselli (3, 9, 15/7), Francesca Micarelli (18, 23/7 - 13, 18/8) ed Elena Borin (22, 26, 29/8 - 1, 5/9).

Nabucco impegna l'orchestra, il coro preparato dal maestro Salvo Sgrò, le numerose comparse e l'esercito di tecnici dell'Arena di Verona.

Repliche: 25 giugno ore 21.00 - 3, 9, 15, 18, 23 luglio ore 21.00 - 13, 18, 22, 26, 29 agosto ore 20.45 - 1, 5 settembre 2013 ore 20.45

Prezzi da € 19,00 a € 226,00

Biglietteria - Via Dietro Anfiteatro 6/B, 37121 Verona

Call center (+39) 045 800.51.51 - fax (+39) 045 801.3287

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