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Napoli, Vecchioni lascia il Forum delle culture 2013 E Giggino ora canta da solo

Dopo tre mesi di polemiche il cantautore ammette: "Non ho competenze manageriali per essene presidente". Cosa farà ora De Magistris?

Napoli, Vecchioni lascia   il Forum delle culture 2013 E Giggino ora canta da solo

Roberto Vecchioni sbatte la porta e se ne va. Il cantautore milanese dice no al sindaco Luigi De Magistris per la presidenza del Forum delle culture del 2013. Ci sono voluti circa tre mesi per capire che un artista non può avere quella esperienza manageriale e amministrativa che serve per gestire un evento come il Forum. E sembra essersene accorto anche lo stesso cantautore che con un comunicato secco non nasconde la sua incompetenza politica. “Mi sono reso conto che il Forum 2013 ha bisogno – ha spiegato Vecchioni - di competenze manageriali e organizzative tali che non possono essere supportate da chi ha invece competenze specificamente artistiche. Non so navigare nel mare della politica”.

Un passo indietro dunque che nasce da un fiume in piena di polemiche. Vecchioni era stato duramente attaccato per il compenso che avrebbe percepito per l’incarico: circa 220 000 euro. Una cifra enorme, promessa dal sindaco De Magistris al suo amico cantante. “Se il mio compenso rappresenta un problema, sono disponibile ad andare via”, aveva detto Vecchioni nelle scorse settimane. E a quanto pare aveva ragione. “Le polemiche sollevatasi sin dalla mia nomina e protrattesi in merito al mio compenso mi sono apparse ingiuste. Per superarle ho quindi deciso di accettare l'incarico senza compenso”, aveva poi puntualizzato il cantante.

Ma non è bastato. A Napoli nella giunta De Magistris si respira un’aria aspra fatta di vendette incrociate. Se Vecchioni lascia, Giggino ha perso su tutta la linea. Il sindaco aveva voluto con tutti i suoi sforzi Vecchioni a Napoli e si era esposto andando contro tutti defenestrando Nicola Oddati dalla carica di presidente del Forum solo perché apparteneva alla vecchia amministrazione, a quel “vecchiume” che l'ex magistrato aveva promesso di spazzare via. A quel punto sono cominciate le faide interne. Già l’ex sindaco Rosa Russo Iervolino era stata critica: “La gestione del Forum presuppone una rete di conoscenze e di relazioni internazionali; presuppone una specifica esperienza culturale ed organizzativa in quel settore ed un prestigio consolidato presso la Fondazione e le città che parteciperanno all'evento. Oddati, che ha portato il Forum a Napoli, si è guadagnato tutto questo in sei lunghi duri e difficili anni di lavoro”. Una presa di posizione dura che metteva in guardia Giggino dall’affidare incarichi politico-manageriali a chi non ne avesse le competenze.

Ma De Magistris è andato per la sua strada. Lui voleva fare la rivoluzione arancione a colpi di chitarra e di basso. Una faida quella condotta dentro la giunta napoletana che forse ha esasperato Vecchioni costringendolo a lasciare. “Torno a fare quel che so fare - dice amareggiato Vecchioni - e la politica è un mare in cui l'artista non sa nuotare. Al di là di polemiche e bufale raccontate, provo disagio perché pur accettando che si parli anche male di me, ho letto troppe cose strumentali”. Sarà ma di sicuro il suo amico sindaco non è stato capace di blindare la sua scelta per il vertice del Forum.

Ora Giggino dovrà sbrigarsi a nominare un sostituto perché Napoli ha già perso troppo tempo dietro alle bizze della sua giunta e il Forum è dietro l’angolo. E magari dovrà ripescare in quell’ ancien regime che lui aveva messo in discussione. Più per un’operazione di marketing che per serie motivazioni. Il sostituto di Vecchioni potrebbe essere Sergio Marotta, docente universitario, avvocato e vice capo di gabinetto il nuovo presidente del Forum delle Culture. Magari sarà meno bravo con gli arpeggi, ma di sicuro è più napoletano di Vecchioni ed ha più esperienza politica. La domanda ora è una sola.

Se Giggino avesse lasciato Oddati al suo posto, l’uomo che ha creato e portato il Forum a Napoli non avrebbe fatto davvero un servizio per la sua Napoli? Invece altro tempo perso e i napoletani continuano ad aspettare una “rivoluzione” tanto “cantata”… ma mai cominciata.

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