Cronaca locale

Palma Campania, stop all'apertura di negozi etnici gestiti da migranti

Il sindaco di Palma Campania ha emanato nuove direttive volte a regolamentare l'apertura di negozi stranieri gestiti da migranti, soprattutto bengalesi, che negli ultimi anni hanno invaso il piccolo centro campano

Palma Campania, stop all'apertura di negozi etnici gestiti da migranti

Palma Campania è una cittadina in provincia di Napoli, che conta circa 18mila abitanti. Negli ultimi anni questo piccolo centro abitato ha visto aumentare sempre di più il numero di cittadini stranieri, soprattutto immigrati provenienti dal Bangladesh, che hanno letteralmente invaso il paese, creando non pochi problemi di integrazione e convivenza tra i cittadini. Proprio per la massiccia affluenza di bengalesi, Palma Campania è stata rinominata "BanglaCampania", un termine che gli è stato affibbiato poco tempo fa e che l'amministrazione locale fatica a scrollarsi di dosso.

Un problema fondamentale legato alla presenza dei numerosissimi bengalesi, che sono quasi 3500 su tutta la popolazione locale, è quello dei tanti negozi etnici che vengono aperti in città. Il centro storico di Palma Campania, infatti, è pieno di attività con insegne in lingua bengalese. Per questo motivo, il sindaco della città, Nello Donnarumma, ha deciso di regolamentare con alcuni provvedimenti l'apertura e il funzionamento dei negozi. L'obiettivo fondamentale è appunto quello di riqualificare la zona, attraverso l'apertura di attività di qualità, in modo da liberare il centro storico dai troppi negozi e call center gestiti da bengalesi, che nella maggior parte dei casi non parlano la nostra lingua e non vendono prodotti italiani.

Il provvedimento varato dal Sindaco si fonda su alcune nuove regole e requisiti per poter aprire un'attività commerciale a Palma Campania. Innanzittuto, la delibera prevede il divieto di aprire negozi da parte di "deliquenti abituali" e da coloro che hanno avuto condanne penali gravi in passato. Tra i criteri e i requisiti obbligatori c'è poi quello relativo alle insegne e alle scritte pubblicitarie, che devono essere tassativamente in lingua italiana. Un altro obbligo per i commercianti che desiderano aprire un'attività è legato alla conoscenza dell'italiano, da attestare con un certificato o con un titolo di studio riconosciuto. All'interno delle nuova regolamentazione presentata dal sindaco c'è anche l'elenco delle tipologie di negozi che possono essere avviate, tra cui ci sono erboristerie, librerie, oreficerie e sartorie. Il sindaco specifica, inoltre, che verrano dati degli incentivi a coloro che intendono aprire nuove attività nel centro storico della città, che rispettino ovviamente le regole e le indicazioni date.

La stretta del sindaco sui negozi etnici non è comunque il primo provvedimento dell'ammistrazione comunale per far fronte all'ondata migratoria di bengalesi. Già in precedenza, infatti, erano state fatte altre ordinanze dai diversi sindaci di Palma Campania. Prima c'era stata l'ordinanza che vietava di sputare per terra, una pessima abitudine molto diffusa tra i bengalesi. In seguito era stato messo a punto e distribuito il cosiddetto vademecum per l'igiene personale e della casa, per incentivare queste persone a curare maggiormente se stessi e ad acquisire norme igieniche adeguate al luogo in cui vivono. In un'altra occasione, ancora, era stati effettuati una serie di controlli contro il sovraffolamento delle abitazioni, un'altra problematica seria che affligge la cittadina.

Nonostante i diversi provvedimenti presi dai sindaci che si sono succeduti, il problema resta e diventa sempre più serio, a causa del numero sempre più alto di immigrati che arrivano in città e del conseguente processo di integrazione, che appare molto difficile e complesso da realizzare concretamente.

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