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Napolitano contro il Carroccio: "Un tempo i separatisti in galera"

Il presidente della Repubblica: "Grottesco proporsi di creare uno Stato lombardo-veneto che calchi la scena mondiale competendo con paesi come India, Brasile, Cina, Russia". Poi: "Nel ’43-’44 l’appena rinato Stato italiano, di fronte a un tentativo di organizzazione armata separatista, non esitò a intervenire in modo piuttosto pesante con la detenzione di Finocchiaro Aprile". E sulla legge elettorale: "Credo che la necessità di un nuovo sistema elettorale sia innegabile"

Napolitano contro il Carroccio: 
"Un tempo i separatisti in galera"

Napoli - Giorgio Napolitano in visita nella sua Napoli è tornato ancora una volta a parlare dell'Unità d'Italia stoppando ogni proposta di secessione. Agli studenti della facoltà di giurisprudenza ha affermato che: "nell’ambito della Costituzione e delle leggi non c’è spazio per una via democratica alla secessione". Il Capo dello Stato ha poi aggiunto che è "grottesco proporsi di creare uno Stato lombardo-veneto che calchi la scena mondiale competendo con paesi come India, Brasile, Cina, Russia". Il riferimento alle ambizioni leghiste è ancora più esplicito quando afferma che: "Si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia". E guardando al passato Napolitano ammonisce qualunque idea separatista ricordando anche un precedente come monito. "Nel ’43-’44 l’appena rinato Stato italiano, di fronte a un tentativo di organizzazione armata separatista, non esitò a intervenire in modo piuttosto pesante con la detenzione di Finocchiaro Aprile", ha affermato.

Per Napolitano è il secondo duro intervento contro chi invoca la secessione nello spazio di dieci giorni. Il 20 settembre dopo una visita ad una mostra nell' Archivio Centrale dello Stato aveva detto: "Questa mostra, così come tante altre iniziative per i 150 anni dell’unità mi dice come siano profonde le radici del nostro stare insieme in quanto italiani. Agitare ancora la bandiera della secessione significa porsi fuori dalla storia, dalla concreta realtà del mondo d’oggi e di quell’indispensabile impegno comune per far fronte a una così difficile situazione economica".

Il capo dello Stato ha poi espresso il suo giudizio sulla legge elettorale e ha dichiarato: "Credo che la necessità di un nuovo sistema elettorale sia innegabile. C'è un sistema elettorale che ha rotto la fiducia tra elettore ed eletto. Non voglio inneggiare a modelli del passato secondo cui nel lungo periodo del proporzionale più o meno puro c’era un vincolo molto forte per l’eletto, che rischiava di non essere rieletto se non dimostrava competenze in Parlamento. Ora pare che non sia più importante fare bene in Parlamento".

Con l’attuale sistema elettorale con lista bloccata, ha aggiunto Napolitano, chi viene eletto in Parlamento "non ha più la necessità di mostrare competenza, attività, capacità di rappresentare il suo elettorato per non rischiare, la volta successiva, di non farcela con le preferenze. Ai miei tempi per queste cose si rischiava proprio di non essere rieletti.

Oggi mi pare che non sia più così, è più importante avere buoni rapporti con il partito".

 

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