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Napolitano e la ricerca: «Sobrietà e severità nella spesa ma no a tagli miopi»

Al Quirinale, presente il ministro Gelmini, il cap dello Stato riceve i responsabili della missione in Antartide a corto di fondi: «Gli impegni internazionali vanno mantenuti e le necessarie restrizioni devono però tener conto delle prospettive future della scienza».

Serve tanta «severità» e anche una buona dose di «sobrietà» prima di spendere soldi pubblici, vista «la difficoltà della fase attuale». Ma erogazioni e tagli devono comunque essere decisi senza «meschinità e ristrettezze di vedute», tenendo conto della loro effettiva giustificazione e delle conseguenze per il futuro. Così al Quirinale Giorgio Napolitano a proposito dei fondi destinati alla ricerca scientifica, che spesso appare la Cenerentola della spesa pubblica. Ma considerazioni del capo dello Stato hanno «un carattere più generale» e si applicano a tutte le scelte di politica economica previste dalla manovra del governo.
Nel Salone delle Feste ci soni i responsabili del programma nazionale di ricerca in Antartide varato 25 anni fa, che ha dato grandi risultati e prestigio internazionale all'Italia. Dal 2003, però, spiegano i responsabili, «c'è stato ha un drastico taglio del finanziamento annuo». Fondi che erano previsti in Finanziaria ed ora invece sono affidati a più modeste contribuzioni del Cnr. Cifre, sostengono gli scienziati, che non permettono di proseguire nel programma varato insieme alla Francia, nostro partner principale. Il ministro Maria Stella Gelmini ha comunque una «buona novella», un nuovo finanziamento deciso dal Cnr. Napolitano ne prende atto con soddisfazione e ha ribasce: gli impegni internazionali devono essere mantenuti. Se si hanno riserve sull'utilità di un progetto da finanziare, si deve dire chiaramente, se ne deve discutere apertamente e si deve decidere motivatamente.
«Dunque, facciamo tutte le verifiche opportune, necessarie. Affrontiamo - insiste Napolitano - con tutta la serietà indispensabile anche il tema delle priorità da osservare in una complessiva politica di sviluppo della ricerca scientifica. Ma quando assumiamo impegni in sede internazionale, di qualsiasi natura, non possiamo poi, dopo qualche anno, ripensarci e sottrarci alle responsabilità che abbiamo assunto».
Il presidente invitato percià a decidere con «il senso del futuro, indispensabile per guidare l'Italia». «Commisuriamo le nostre disponibilità ai mezzi di cui possiamo disporre oggi e nel prossimo futuro, ma non chiudiamoci nemmeno nella strettoia di decisioni immediate, in una fase molto complessa e turbolenta che impone anche un ridimensionamento del nostro bilancio dello Stato, della nostra spesa pubblica».

Conclusione: «Non dobbiamo chiuderci in un orizzonte di breve periodo, guardiamo più lontano al ruolo che deve svolgere il nostro Paese, agli sviluppi che più in generale deve assumere la ricerca scientifica sul piano nazionale e internazionale».

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