Politica

Napolitano: «L'immigrazione a Lampedusa è un problema dell'Europa»

Il capo dello Stato da New York: «Serve una politica univoca sugli sbarchi e sugli asili. Sull'isola la situazione è inaccettabile e tutte le Regioni italiane devono fare la propria parte». E su Gheddafi, «contiamo in forze nuove e democratiche».

La situazione di Lampedusa è «insostenibile e inaccettabile». L'isola scoppia, dice Giorgio Napolitano e le Regioni, «tutte le Regioni» devono fare la loro parte. Ma il capo dello Stato chiede «coesione e solidarietà» anche alla Ue. «È un'emergenza che tutta l'Europa deve sentire come propria. Bisogna intensificare, e già lo si sarebbe dovuto fare nei giorni scorsi, l'afflusso di mezzi che possano portare via da lì gran parte degli sbarcati»
Napolitano è in visita a New York e parla dall'isola di Ellis Island, luogo simbolo della nostra emigrazione. Un secolo dopo le parti si sono invertite e stavolta l'Italia è stata lasciata sola «davanti al problema dell'afflusso di immigrati sulle nostre coste italiane dal Nord Africa». C'è bisogno quindi «di politiche univoche sia sull'immigrazione che sull'asilo politico». Certo, pure noi intanto possiamo fare di più. «Le notizie che arrivano da Lampedusa parlano di una situazione inaccettabile. Di fronte a immagini che abbiamo visto tutti, non può l'Italia, non possono le singole Regioni, dare uno spettacolo di incertezza e divisione. Lancio un appello allo spirito di solidarietà e coesione che si deve mantenere. Non è possibile che in una regione si accettino sacrifici e in un'altra no».
Quanto a Gheddafi, ormai se ne deve andare perchè «non ha più la legittimazione internazionale». Il capo dello Stato auspica che il Colonnello e il suo governo lo capiscano in fretta. «La speranza è che ci siano nuove forze in Libia per assicurare un nuovo governo, più aperto e più disponibile a soddisfare le aspirazioni di liberà e giustizia della gente libica». E Roma può avere un ruolo per dopo, può giocarsi le sue carte.
L'Italia, com'è noto, «ha importanti relazioni con la Libia nel campo dell'energia» ma «non sono decisive per la nostra economia perchè altrettanto importanti relazioni le abbiamo con altri Paesi della stessa area». Per esempio, possiamo contare su forniture di gas dall'Algeria e molto sul gas della Russia. Per questo, spiega Napolitano, «non abbiamo problemi sulla politica energetica e possiamo gestire la crisi libica.

E questo, conclude «è il motivo per il quale diamo il nostro contributo alle operazioni delle Nazioni Unite in modo da avere una nuova, più stabile e più sostenibile situazione in Libia e in modo da continuare, come nel passato, ad avere utili relazioni con Tripoli in diversi settori economici».

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