Politica

Napolitano: "Servono le riforme condivise" Bossi: "Farle davvero"

Il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica: "Non più in sospeso riforme e giustizia". E ancora: "Non è vero che il Paese è diviso su tutto". Berlusconi telefona al Presidente per congratularsi. Cicchito: "Ora le riforme". Bossi: "Basta chiacchiere, bisogna agire"

Napolitano: "Servono 
le riforme condivise" 
Bossi: "Farle davvero"

Roma - E' iniziato con una riflessione sul "difficile periodo che abbiamo vissuto e su quel che ci attende" il discorso di fine anno di Giorgio Napolitano. (Guarda il video) Il presidente della Repubblica ha parlato dal suo studio al Quirinale, soffermandosi subito sulla crisi economica , che aveva suscitato "preoccupazione" e "inquietudine per il nostro paese". Ma oggi, sottolinea Napolitano "a un anno di distanza, possiamo dire che un grande sforzo è stato compiuto e che risultati importanti sono stati raggiunti a livello mondiale".

La reazione alla crisi "Abbiamo vissuto mesi molto agitati sul piano politico ma ciò non deve impedirci di vedere come si sia operato in concreto da parte di tutte le istituzioni, realizzandosi, nonostante i forti contrasti, anche momenti di impegno comune e di positiva convergenza". "Nello stesso tempo, nel tessuto più ampio e profondo della società si è reagito alla crisi con intelligenza, duttilità, senso di responsabilità, da parte delle imprese, delle famiglie, del mondo del lavoro", ha tra l'altro detto Napolitano.

L'Italia ha pagato un prezzo alto alla crisi e nel 2010 a rischio " è soprattutto l'occupazione". Giorgio Napolitano traccia un bilancio di questa anno di crisi economica:" C'é stata una pesante caduta della produzione e dei consumi; ce ne stiamo sollevando; si è confermata la vocazione e intraprendenza industriale dell'Italia; ma ci sono state aziende, soprattutto piccole e medie imprese, che hanno subito colpi non lievi". Napolitano ha aggiunto: "Si è fatto non poco per salvaguardare il capitale umano, per mantenere al lavoro forze preziose ma anche nelle aziende in difficoltà, e si è allargata la rete delle misure di protezione e di sostegno; ma hanno pagato, in centinaia di migliaia, i lavoratori a tempo determinato i cui contratti non sono stati rinnovati e le cui tutele sono rimaste deboli o inesistenti; e indubbia è oggi la tendenza a un aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile". 

Riforme per un'Italia più giusta Per riuscire a superare la crisi e uscirne con un'Italia più giusta, "occorre guardare con coraggio alla realtà nei suoi aspetti più critici, ponendo mano a quelle riforme e a quelle scelte che non possono più essere rinviate, e facendoci guidare da grandi valori: solidarietà umana, coesione sociale, unità nazionale", ha detto il presidente della Repubblica nel messaggio di fine anno. E la realtà, ha aggiunto, porta a guardare i problemi di coloro che hanno "avuto maggiori" problemi dalla crisi.

I più deboli, le fasce penalizzate, le famiglie con più figli minori, il Mezzogiorno, gli anziani: sono queste le priorità dell'Italia indicate da Presidente. "Le indagini condotte anche in Parlamento ci dicono che nel confronto internazionale elevato è in Italia il livello della disuguaglianza e della povertà. Le retribuzioni dei lavoratori dipendenti - ha detto - hanno continuato ad essere penalizzate da un'alta pressione fiscale e contributiva; più basso è il reddito delle famiglie in cui ci sono occupati in impieghi 'atipici', comunque temporanei". "Le condizioni più critiche si riscontrano nel Mezzogiorno e tra i giovani. Sono queste le questioni che richiedono di essere al centro dell'attenzione politica e sociale, e quindi dell'azione pubblica", ha sottolineato il capo dello Stato.

Economia e Mezzogiorno L'economia italiana "deve crescere di più e meglio che negli ultimi 15 anni: ecco il nostro obiettivo fondamentale. E perché cresca in modo più sostenuto l'Italia deve crescere il Mezzogiorno, molto più fortemente il Mezzogiorno. Solo così, crescendo tutta insieme l'Italia, si può dare una risposta ai giovani che s'interrogano sul loro futuro".

Ammortizzatori e fisco Giorgio Napolitano nel suo messaggio di fine anno al Paese mette in primo piano, tra le riforme indispensabili, quella degli ammortizzatori sociali e quella fiscale. La prima è chiamata a dare finalmente risposte di sicurezza e tutela a coloro che lavorano in condizioni di estrema flessibilità e precarietà, dice. Ma non servono "rattoppi", aggiunge.. Nel dibattito -prosegue il Capo dello Stato -ci deve essere anche una "rinnovata" presa di coscienza del "problema durissimo del debito dello stato".

Le riforme istituzionali e la riforma della giustizia "non possono essere ancora tenute in sospeso". E ' uno dei passaggi centrali del discorso di fine anno del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. ''Da esse - afferma il presidente della Repubblica - dipende un più efficace funzionamento dello Stato al servizio dei cittadini e dello sviluppo del paese". Le riforme istituzionali e della giustizia devono essere fatte subito "sulla base di valutazioni ispirate solo all'interesse generale". "Ho detto più volte quale sia il mio pensiero - ricorda Napolitano -: sulla base di valutazioni ispirate solo all'interesse generale, ho sostenuto che anche queste riforme non possono essere ancora tenute in sospeso , perché da esse dipende un più efficace funzionamento dello Stato al servizio dei cittadini e dello sviluppo del Paese".

Le riforme istituzionali e della giustizia "non sono seconde alle riforme economiche e sociali e non possono essere bloccate da un clima di sospetto tra le forze politiche e da opposte pregiudiziali". 

"La Costituzione può essere rivista, come d'altronde si propone da diverse sponde politiche, nella sua seconda parte. Può essere modificata, secondo le procedure che essa stessa prevede". Nel modificare la Costituzione "l'essenziale è che, in un rinnovato ancoraggio a quei principi che sono la base del nostro stare insieme come nazione, siano sempre garantiti equilibri fondamentali tra governo e parlamento, tra potere esecutivo, potere legislativo e istituzioni di garanzia. E che ci siano regole nelle quali si debbano riconoscere gli schieramenti sia di governo sia di opposizione".

Dura condanna del razzismo nel discorso di fine anno del presidente della Repubblica. Dopo aver richiamato al dovere dell'accoglienza verso chi viene in Italia "per svolgere un onesto lavoro", Napolitano sottolinea che "le politiche volte ad affermare la legalità e a garantire la sicurezza, pur nella loro severità, non possono far abbassare la guardia contro il razzismo e la xenofobia, non possono essere fraintese o prese a pretesto da chi nega ogni spirito di accoglienza con odiose preclusioni". 

Più sobrietà "E' necessario che si riscoprano e si riaffermino valori troppo largamente ignorati e negati negli ultimi tempi", dice. "Più rispetto dei propri doveri verso la comunità - elenca - più sobrietà negli stili di vita, più attenzione e fraternità nei rapporti con gli altri, rifiuto intransigente della violenza e di ogni altra suggestione fatale che si insinua tra i giovani".

Impegno di Chiesa e laici "Considero importante il fatto che nel richiamo alla solidarietà e ai valori morali incontriamo la voce e l'impegno dei religiosi e di laici, della Chiesa e del mondo cattolico. Cosi come, nel discorso su una nuova concezione dello sviluppo, che tenga conto delle lezioni della crisi recente e dell'allarme per il clima e per l'ambiente, ritroviamo l'ispirazione e il pensiero del Pontefice. Vedo egualmente sentita da quel mondo l'esigenza dell'unità della nazione italiana".

L'Italia non è divisa su tutto "In realtà non è vero che il nostro Paese sia diviso su tutto: esso è più unito di quanto appaia se si guarda solo alle tensioni della politica". Giorgio Napolitano invita nel suo discorso di fine d'anno a superare le tensioni, "Tensioni - sottolinea il Presidente- che è mio dovere sforzarmi di attenuare".

L'aggressione a Berlusconi E ricorda in proposito la recente aggressione al Premier: "E' uno sforzo che mi auguro possa dare frutti,come è sembrato dinanzi a un episodio grave, quello dell'aggressione al Presidente del Consiglio: si dovrebbe ormai, da parte di tutti, contenere anche nel linguaggio pericolose esasperazioni polemiche, si dovrebbe contribuire - conclude - a un ritorno di lucidità e di misura nel confronto politico".

Impegno per l'unità nazionale "Io posso assicurarvi che sono deciso a perseverare nel mio impegno per una maggiore unità della nazione: un impegno che richiede ancora tempo e pazienza, ma da cui non desisterò".

Carceri e detenuti "E' necessario essere vicini a tutte le realtà in cui si soffre anche perché ci si sente privati di diritti elementari: penso ai detenuti in carceri terribilmente sovraffollate, nelle quali non si vive decentemente, si è esposti ad abusi e rischi, e di certo non ci si rieduca". Lo dice il presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno, parlando della necessità del valore della solidarietà.

Elogio di Obama Nel parlare della possibilità di guardare al futuro con speranza, Giorgio Napolitano tesse l'elogio di Obama: "Nuove luci per il nostro comune futuro - dice - sono venute dall'America e dal suo giovane presidente". Napolitano estende questo giudizio positivo a tutti i paesi "che si sono impegnati in un grande processo di cooperazione e riconciliazione" e dall'Europa cha "ha scelto di rafforzare, con nuove istituzioni, la sua unità e rilanciare il suo ruolo".

Italia nel cuore Il discorso di Giorgio Napolitano si chiude con il saluto e l'augurio per il 2010 a tutti gli italiani: "a voi italiane e italiani - dice Napolitano - di ogni generazione e provenienza che salutate il nuovo anno con coloro che vi sono cari o lo salutate lontano dall'Italia ma con l'Italia nel cuore". 

Berlusconi telefone da Arcore Non è stato un gesto di formale cortesia, la telefonata di Silvio Berlusconi a Giorgio Napolitano subito dopo il messaggio augurale di fine anno. Il premier, prima del cenone di San Silvestro con alcuni dei figli e gli amici più vicini, di slancio ha voluto far capire al presidente quanto avesse gradito le sue parole, quanto avesse condiviso quell'appello a fiducia, speranza, unità e coesione. Ora Berlusconi vuole stringere i bulloni del dialogo, passare dalle parole ai fatti, incardinare subito in Parlamento le riforme. "Il discorso di Napolitano gli è piaciuto davvero molto", dice chi ha parlato con il premier, trovandolo positivo e lieto. Se l'inquilino del Quirinale dice che le riforme sono una priorità, se specifica che non solo quelle istituzionali economiche e sociali, ma anche quella della giustizia non possono più essere rinviate, non devono essere tenute ancora in sospeso e "non possono essere bloccate da un clima di sospetto tra le forze politiche e e da opposte pregiudiziali"; se tutto ciò è vero, Berlusconi non può che vedervi un buon auspicio anche per ciò che ha di più a cuore: una grande riforma liberale della giustizia. Musica per le orecchie del premier è stato poi l'appello del Capo dello Stato alla "responsabilità" dei singoli partiti: parole che blindano il dialogo e renderanno comunque più facile alla maggioranza andare avanti anche da sola, eventualmente dovesse essere delusa la fiducia del Colle sul fatto che il confronto andrà avanti e non si bloccherà per "sterili recriminazioni e contrapposizioni". Naturalmente, Berlusconi ha molto gradito l'accenno di Napolitano all' "episodio grave" dell'aggressione al premier a Piazza Duomo, l'invito a "contenere, anche nel linguaggio, pericolose esasperazioni polemiche". Così come si è sentito gratificato dal riconoscimento di quanto il governo ha fatto per arginare la crisi.

Schifani: "Alto e nobile monito" "Ho chiamato ieri sera il presidente Napolitano perché mi è sembrato doveroso fargli gli auguri non formali ma sinceri di buon anno; e poi mi sono complimentato per il suo intervento alto e nobile che si incentrava su grandi valori". Lo afferma il presidente del Senato Renato Schifani in un'intervista al Giornale Radio Rai. "Unità nazionale, coesione sociale e solidarietà - rileva Schifani - sono tre valori fondanti nei quali si riconoscono tutti gli italiani; e più degli altri lui, che riesce ad interpretare questi valori proprio come il rappresentante di tutta la nostra comunità nazionale".

Fini: "Ora impegno per il bene comune"
"Condivido appieno le parole alte e nobili del Capo dello Stato, il quale si è reso interprete di quel sentimento sempre più diffuso nel paese, che auspica l'avvio di una nuova fase politica, e di riforme istituzionali, basata sul civile e democratico confronto delle opinioni. Questo rende ancora più indispensabile per tutti, in primis per governo e opposizione, un forte impegno per quel bene comune e soprattutto per i giovani che il Capo dello Stato ha lucidamente sottolineato". Così il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha commentato il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Bersani. "Sì a riforme da lui indicate" "Un messaggio ancora una volta autorevole e chiaro che ha il suo cuore nell'esigenza di riforme sociali e istituzionali". E' questo il giudizio del segretario del Pd Pier Luigi Bersani sul discorso di Napolitano. "Il richiamo al lavoro dei giovani ed alle condizioni del Mezzogiorno non può restare inevaso". "Il Paese - dice Bersani - ha bisogno che Governo e Parlamento si diano una agenda sui temi sociali a partire dal punto di vista delle nuove generazioni colpite in modo più pesante dalla crisi. Noi metteremo questo tema al centro. Ribadiamo l'impegno a concorrere ad un ammodernamento delle nostre istituzioni secondo le linee che il Presidente ha tracciato con nettezza". "Si lasci dunque il terreno sgombro da altri problemi - ha concluso - e si dedichi il prossimo anno alle questioni cruciali che il Presidente ha indicato".

Di Pietro: "Non firmi certe leggi" "Il discorso di Napolitano è di per sé condivisibile come tutte le dichiarazioni di buoni propositi. Sono improcrastinabili le riforme che garantiscano un futuro a questo Paese. Ci vogliono maggiori risorse per le fasce sociali più deboli e interventi economici strutturali seri. Ma per quanto riguarda la riforma della giustizia il problema è sempre lo stesso: le riforme che vuole questo Governo sono solo ed esclusivamente norme per salvare Berlusconi dai suoi guai giudiziari, quindi processo breve, legittimo impedimento e il solito elenco di provvedimenti ad personam noti ormai a tutti. Insomma, su questo tema, non credo si possa parlare di clima di sospetto, ma di certezza, visto che questi provvedimenti sono già all'esame del Parlamento. Sono sicuro che il Presidente della Repubblica saprà essere garante dei principi della Costituzione e che, questa volta, non firmerà questi orrori".

Lo afferma Antonio Di Pietro, Presidente dell'Italia dei Valori, commentando il discorso del Presidente della Repubblica.

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