Controcultura

Quel narciso che appassisce senza saperlo

Daniele Abbiati

Signore, una volta tanto mettete da parte i libercoli da spiaggia che vi ammanniscono e dedicatevi a una lettura molto istruttiva, in tema di uomini. Se poi ci siete, in spiaggia, o state per andarci, poco male. Anche in quella location affollata da galli, galletti e capponi si può fare la conoscenza (o dargli una ripassatina, se ne avete già lette le prodezze) di Grigorij Alexandrovic Pecorin, un tipo in confronto al quale Giacomo Girolamo Casanova fa la figura del provolone senza palle.

«Le donne dovrebbero augurarsi che tutti gli uomini le conoscessero bene come le conosco io, perché io le amo cento volte di più da quando non ho paura di loro e ho capito le loro piccole debolezze», dice. «Quando conosco una donna, indovino sempre immancabilmente se mi amerà o no», si pavoneggia. «Le donne amano solo quelli che non conoscono», sentenzia. «Il mio amore non ha portato felicità a nessuno, perché non ho mai sofferto per chi amavo, io ho amato per me, per il mio piacere personale», confessa. Siccome voi, care signore, sapete per esperienza diretta e indiretta che sono «gli stronzi» a farvi «perdere la testa» (parole vostre), dovreste cadere immantinente ai piedi di questo bel tomo. E ringraziare chi ve lo ha presentato, cioè Michail Jur'evic Lermontov. Che non è l'autore dei testi di Uomini e donne, bensì di un romanzo-collage datato 1839, ma quantomai attuale, e dal titolo auto-ironico, Un eroe dei nostri tempi. Una diciassettenne circassa schiava del padre, una principessina under 20 tenuta al guinzaglio dalla madre, una ex fiamma depressa a causa dell'anziano marito. Sono questi i casi umani presi in esame da Lermontov, poeta, drammaturgo e pittore russo morto in duello a 37 anni, fra l'altro, ironia della sorte, non molto distante dal luogo in cui anche Pecorin sfida a duello un ex amico. Ovviamente per una questione di donne.

Cinico, annoiato, egocentrico, narciso, Pecorin ha tutte le carte in regola per incuriosire le femmine, in forza del vecchio adagio «in amor vince chi fugge». E inseguirlo grazie alle indicazioni del «navigatore» Lermontov da una fortezza a un centro termale, da una locanda a un salotto, è un piacere. Un piacere che, care signore, potreste condividere con il vostro compagno.

Sperando che non impari troppo.

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