Controcultura

Un Natale più «libero» con Hayek, Butler, Einaudi, Ricossa&Co.

Alcuni appassionati di questa rubrichetta, che con generosità viene ospitata dalle pagine culturali del Giornale, mi hanno scritto chiedendomi un consiglio per le letture natalizie. La prima risposta, lievemente presuntuosa, sarebbe quella di andarsi a leggere i consigli che proprio in questo spazio ho già dato negli ultimi mesi: su queste colonne consiglio solo letture liberali doc, non è detto che siano dei classici (vi ho sponsorizzato l'immenso Michael Crichton di Last fear, che svela in forma romanzata i tic degli ambientalisti politicamente corretti), ma non sono certamente omologate. Capisco però lo spirito della richiesta: ci sono un paio di settimane, o forse meno, a disposizione e si può ritagliare del tempo per leggere ciò che si è sempre trascurato. Ci sono due approcci. Il primo è dedicarsi ad una lettura difficile, impegnativa, sia in termini di pagine sia di contenuti. In questo caso consiglierei senza indugio di prendere in mano Legge, Legislazione e Libertà: la bibbia di ogni buon austriaco, il testo a mio avviso più importante di Friedrich von Hayek. È l'architrave della filosofia liberale, dall'ordine spontaneo all'eterogenesi dei fini.Il secondo approccio, che preferisco, è il ripasso. Mi spiego meglio. Tutti noi pensiamo di conoscere, sapere, avere già letto. È la sindrome della «rilettura»: un classico non si legge mai per la prima volta, ma si rilegge sempre. Evidentemente per non mostrare le proprie clamorose lacune. Sui liberali siete assolti. Molti dei testi fondamentali, per anni non sono neanche stati tradotti in Italia. E la sua cultura è stata, ed è, decisamente minoritaria. Ecco perché vi consiglio, più modestamente, qualche antologia di scritti o scrittori liberali. Anche se ci sono dei libri che vanno oltre l'antologia, e di cui proprio qua abbiamo parlato nel passato. Per farla breve divoratevi Eamonn Butler, pubblicato e tradotto in Italia dall'Istituto Bruno Leoni, nella sue pillole di racconto del mondo di Adam Smith e degli austriaci (La ricchezza delle nazioni in pillole). Sono a prova di bambino e scritte benissimo. Chiaro, efficace, semplice e con il pregio di utilizzare un bellissimo italiano, Luigi Einaudi può essere una valida alternativa: sia le sue Prediche inutili che Lo scrittoio del presidente sono una bella summa del pensiero liberale. E poi non dimenticate Ricossa, il maestro di tutti noi: Straborghese è ancora un must per una biblioteca liberale.

Auguri e buona lettura.

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