Roma

Ncc ucciso, chiesto maxi-risarcimento

Un risarcimento per danni per un milione di euro è stato chiesto al Comune e alla Camera di commercio con un ricorso al tribunale civile da Manuela Scalco, la compagna di Pasquale Leonardo, il noleggiatore morto dopo 13 giorni di agonia derivanti da un’aggressione subita il 7 dicembre del 2006 da parte del tassista Alessandro Migliazza. Il conducente di auto bianche, già condannato a 12 anni e tre mesi di reclusione, secondo la Scalco non doveva «essere mantenuto nel “Ruolo conducenti” della Camera di commercio», benché con condanne penali che «avevano privato del possesso dei requisiti di idoneità morale», nè «ottenere la vidimazione della propria licenza dal Comune», che non avrebbe controllato la veridicità di quanto asserito nelle autocertificazioni. «Se Cciaa e Comune avessero svolto diligentemente i compiti istituzionali cui sono per legge preposti - si legge nell’atto di citazione - Migliazza non avrebbe potuto continuare a svolgere la sua, usurpata, professione di tassista e, pertanto, non avrebbe aggredito durante un turno di servizio Leonardo». Nell’atto, inoltre, si afferma che l’azione al tribunale civile, «non si fonda sul presupposto che Comune o Cciaa rispondono di ogni comportamento tenuto dai titolari di licenze taxi, bensì sul presupposto che devono rispondere per i danni arrecati da chi deteneva una licenza taxi grazie al comportamento gravemente omissivo degli enti pubblici, che venivano colpevolmente meno ai doveri di controllo». Tale richiesta secondo l’avvocatura comunale, con l’avvocato Andrea Magnanelli, «è inammissibile» in quanto la donna, costituitasi parte civile nel processo penale, si è già vista riconosciuta «il diritto al risarcimento del danno patito con una provvisionale di 100mila euro e possibilità di quantificare in via definitiva il danno in altra sede». Ad oggi, secondo il penalista, «la verifica dei requisiti morali nonché la manutenzione dei ruoli per l’esercizio dell’attività, sono atti rientranti nella esclusiva competenza della Cciaa, da cui consegue il ruolo del tutto secondario del Comune che agisce di riflesso rispetto alle decisioni della Camera di commercio». Il delitto avvenne il 7 dicembre del 2006 davanti all’hotel Hiberia in via XXIV maggio, a due passi dal Quirinale. Secondo la ricostruzione degli investigatori il titolare dell’albergo aveva chiamato l’autista a noleggio per un gruppo di turisti ma un tassista di passaggio si era fermato per caricare a bordo i clienti: da qui la lite prima con personale dell’albergo e poi con il conducente della vettura a noleggio. Migliazza, ex pugile romano, si è sempre difeso sostenendo di non aver voluto creare dei danni fisici a Leonardo, né di essersi tanto meno reso conto della forza con cui gli avrebbe inferto il colpo, non negando comunque di aver colpito il conducente.
La Camera di Commercio di Roma ha replicato che non poteva in alcun modo cancellare Migliazza dal ruolo dei conducenti per il semplice fatto che a carico dell’ex pugile risultava soltanto una pena pecuniaria a seguito del patteggiamento per un furto. «Nel novembre 2005 - si legge in una nota - la Ccia aveva avviato un progetto di revisione e controllo del ruolo dei conducenti, mirato a verificare il permanere dei requisiti in capo a tutti i 18.000 soggetti iscritti. Nel gennaio 2006 aveva richiesto, tra gli altri, anche il certificato del casellario giudiziale di Alessandro Migliazza.

Dall’esame del certificato, è emerso che nei confronti dello stesso Migliazza, il 20 maggio 2002, era stata emessa una sentenza di patteggiamento per un reato di furto commesso il 3 ottobre 1997».

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