Politica

Neanche Borrelli spaventa la «dama bionda»

Tace l’ex segretaria Can, sotto torchio l’ex designatore dei segnalinee. Il magistrato: ottenuti dei risultati

Luca Rocca

da Roma

All’ombra del Colosseo si va lentamente dipanando la complicata matassa dello scandalo calcio. Prosegue, infatti, il lavoro di Francesco Saverio Borrelli, ex magistrato del pool di Mani pulite, chiamato dal commissario straordinario Guido Rossi a capitanare l'ufficio indagini della Figc. Dopo l'ex arbitro Riccardo Pirrone, ascoltato domenica pomeriggio, in anticipo sul calendario prestabilito, ieri mattina negli uffici della Figc di via Allegri, Borrelli ha ricevuto Maria Grazia Fazi, l’ex segretaria della Commissione nazionale arbitri, indagata e protagonista di numerose intercettazioni. Quella che per molti era l’«eminenza grigia» dello scandalo calcio, se l’è sbrigata in poco tempo facendo scena muta. Qualche parola l’ha detta il suo avvocato, Bruno Ricciotti, spiegando il motivo del silenzio della sua assistita: «Questo ufficio non ha nessun potere su di lei. Comunque, non abbiamo risposto per rispetto della procura di Napoli che ci deve convocare nei prossimi giorni». La Fazi con ogni probabilità sarà riconvocata dall’Ufficio indagini della Figc dopo che sarà sentita dai pm napoletani. È sempre il suo avvocato, infatti, a precisare che «l’Ufficio indagini se vorrà potrà riconvocarci dopo che avremo risposto alle domande dei pm di Napoli che, a quanto pare, vogliono concludere in tempi rapidi le loro indagini». Poi l’avvocato spiega che «la mia assistita è stata una segretaria efficientissima nel suo lavoro come capita a chi si affianca a personaggi di spicco». L’ex segretaria del Can, la sola donna indagata nell'inchiesta «piedi puliti» e che ormai per tutti è «la bionda» del pallone, è ritenuta lo snodo cruciale del «sistema Moggi»: per i carabinieri sarebbe il punto di collegamento tra Moggi e i designatori arbitrali Pairetto e Bergamo. L’ipotesi, dunque, è che la Fazi sapesse tutto perché a tutti gli effetti parte integrante del sistema. Nel filone giudiziario partenopeo s’ipotizza pure che la «bionda» avesse minacciato di rivelare tutto ai giornali se non le avessero «sistemato» il figlio. La Fazi, sempre secondo indiscrezioni, non era particolarmente amata da Pairetto e riusciva persino ad imporre correzioni sulla scelta degli arbitri a Bergamo. Se l’interrogatorio della Fazi è durato poco, per quasi tre ore è invece stato ascoltato un secondo indagato, Gennaro Mazzei, ex designatore dei guardalinee: all’uscita ha affermato di aver chiarito quanto c'era da chiarire. Per lui ha parlato il legale di fiducia, Giuseppe Fonisto: «Mazzei ha chiarito la sua estraneità ai fatti addebitati dalla procura di Napoli spiegando che non c’era da parte sua alcun tipo di subordinazione, e il capo ufficio indagini della Figc ha compreso la sua estraneità alle cose che gli vengono ascritte». Per il legale, dunque, che ha definito sereno il suo assistito, l’accusa secondo cui Mazzei era in sostanza subordinato a Leonardo Meani, addetto arbitri del Milan, sarebbe destituita di ogni fondamento. Aggiunge infatti l’avvocato: «Le intercettazioni le potete leggere anche voi, per me non risulta alcun tipo di subordinazione». E se di subordinazione si deve parlare, per il legale di Mazzei, si tratterebbe di semplice e normale «subordinazione gerarchica». Gli interrogatori sono andati avanti per tutto il pomeriggio. Borrelli era coadiuvato dai suoi vice, Maria José Falcicchia, vicequestore di Milano, che lo ha affiancato negli uffici di via Allegri, e da Maurizio D'Andrea, colonnello della Guardia di finanza, che invece occupava gli uffici della Figc di via Po, dove sono stati ascoltati i guardalinee Giuseppe Foschetti ed Enrico Ceniccola. «Qualche risultato lo abbiamo portato a casa - ha detto Borrelli a fine giornata in via Allegri - ora abbiamo un’idea, ma bisogna aspettare a tirare le conclusioni. Dobbiamo verificare se è vera». L’ex procuratore di Mani pulite intende svolgere indagini a tutto campo per indagare anche sulla posizione del Milan e del presunto «controllo parallelo» dei rossoneri che, attraverso il dirigente Meani, si concentrava sui guardalinee.

Domani, si ricomincia.

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