Cultura e Spettacoli

Nel foyer vince il rosso Tante griffe, poco glamour

Su tutto spiccano i diamanti di Rita Rusic e il tabarro della Ratti

«Quanto più l’opera deprime il lusso tanto più in platea ci deve essere sfarzo», ha detto un furioso Vittorio Sgarbi che alla fine del primo tempo ha definito la scenografia «grottesca e comunista». Certo le signore non avevano bisogno di nessun incoraggiamento per decidere di agghindarsi per far brillare la Scala. E bastava guardarsi attorno per capire che il lato rosa del foyer del Piermarini andava solo verso quella direzione. Scollature mozzafiato, abiti fascianti, gioielli da mille e una notte. «Cara come sei elegante». «Tesoro come sei bella». Cinguettavano tra di loro le madame della prima. False come Giuda si guardavano di sottecchi per trovare in quella accanto il ben che minimo difetto. Senza dubbio alcune sembravano uscite dalla naftalina o da qualche museo delle cere ma, per altre, i signori, perfetti nei loro smoking, strabuzzavano gli occhi. Ammiratissima, per esempio, l’attrice Sabrina Colle, fidanzata di Sgarbi, con un abito a bustier di Blumarine verde smeraldo impreziosito di jais neri e sandali di Renè Caovilla. «I gioielli me li ha prestati una ricchissima amica di Vittorio». Sono senz’altro suoi invece i brillanti, che più brillanti non si può, di Rita Rusic in rosso Valentino, arrivata mano nella mano con Canio Mazzaro, ex di Daniela Santanchè. Rosso anche per Eliana Miglio ma di Roberto Cavalli, scicchissima con gioielli di Bulgari e con una catena cerchietto di brillanti tra i capelli. Rosso pure per Sabrina Ratti in Profumo: rosso l’abito di Fusco, rosso il tabarro del Tabarrificio Veneto. «Ho letto su Panorama che alla Scala va il nero e allora ho deciso di vestirmi di rosso», giunta in ritardo per i lavori di una commissione del Pd. Nero lungo e ricamato di Armani per Letizia Moratti che diceva sorridente che «come ogni anno l’abito per la Scala me lo regala mio marito». Nero di organza e velluto per Viviana Beccalossi, nero di chiffon e raso per Elisabetta Caltagirone, entrambi firmati da Lidia Cardinale. È, insomma, il trionfo degli stilisti italiani. Elegantissima Gabriella Dompè in rosa e nero di Lorenzo Riva, Beatrice Miccichè in rosso Versace, Antonella Boralevi in nero Gucci, Scintilla Craxi in nero di Anna Molinari, Ralitza Baleva in oro di Blumarine, Tatiana Tabacchi in Armani, Marta Brivio Sforza in nero Curiel, Barbara Palombelli in nero Armani. Denominatore comune, abiti lunghi, importantissimi. A parte Evelina Christillin con un tailleur pantalone di Aspesi. «Sono le cinque, è l’ora della merenda».

Con il caviale.

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