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Nel match banca-cliente scatta l'ora degli arbitri

Nel match banca-cliente scatta l'ora degli arbitri

Tra gli italiani e le banche meglio metterci un arbitro. Anzi, gli arbitri, perchè dal gennaio di quest'anno sono addirittura due gli organismi incaricati di esaminare i reclami di correntisti e risparmiatori. L'ultimo nato è l'«Arbitro per le controversie finanziarie» che fa capo alla Consob e si aggiunge all'«Arbitro bancario finanziario» costituito presso Banca d'Italia. Anche in questo caso si ripete dunque il dualismo Consob-Bankitalia, che non ha dato esaltanti prove di sè in tema di vigilanza, con un imbarazzante rimpallo di responsabilità tra l'una e l'altra istituzione.

Nonostante i nomi dei due arbitri sembrino fatti apposta per creare confusione, la distinzione di competenze tra loro sembra abbastanza chiara. La struttura di Banca d'Italia può intervenire in tema di operazioni e servizi bancari e di pagamento. Le questioni legate a servizi e prodotti di investimento spettano invece all'arbitro Consob. Mentre quest'ultimo è ancora in fase di avvio, l'arbitro bancario ha reso noto nei giorni scorsi il bilancio dell'attività per il 2016. E a giudicare dal numero di ricorsi il rapporto tra banche e clienti non vive un gran momento.

I reclami, che nel 2013 non raggiungevano quota 8mila, hanno superato l'anno scorso il numero di 21.600. Se l'andamento dei primi mesi risultasse confermato per il 2017 si arriverebbe addirittura al record di 32.500. Vero è che oltre il 70% degli interventi riguarda le operazioni di cessione del quinto dello stipendio, ma sono in aumento anche le vicende legate al credito al consumo e ad altri tipi di finanziamenti. La buona notizia è che nel 75% delle controversie esaminate il correntista finisce per avere ragione. In un caso su quattro perchè la banca cessa il comportamento sotto accusa o riconosce le ragioni del cliente, nel 50% dei procedimenti è invece l'arbitro ad arrivare a una decisione, almeno parzialmente, a lui favorevole. Da notare è il fatto che le decisioni dell'Arbitro bancarie (di fronte al quale non è necessaria l'assistenza di un avvocato) non sono vincolanti come quelle di un giudice. Ma, se l'intermediario non le rispetta, la notizia viene resa pubblica (è il cosiddetto danno reputazionale). In più dopo un procedimento l' interessato può comunque ricorrere al giudice.

E una decisione dell'arbitro a suo favore è come partire in vantaggio di un gol.

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