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"Nel mio giardino dell'Eden la verdura è più buona. E il merito è tutto dei baci"

Renato Maggiolo ha creato un orto ispirandosi al libro della Genesi: "La bellezza viene prima della bontà. Coltivare è sinonimo di amore"

"Nel mio giardino dell'Eden la verdura è più buona. E il merito è tutto dei baci"

Adagiato sotto il sole come un tropico da caminetto. Il Polesine. Un terra sorella, da gradire miraggi così ancestrali così genuini. L'impresa di Renato e Francesco Maggiolo ha preso vita dal primo di tutti i miraggi. A Lusia, in provincia di Rovigo, verdeggia un terreno, l'ortodidattico «Il profumo della freschezza». È sorto seguendo l'inizio del libro della Genesi: «Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare».

In fondo sono solo poche righe, ma un mito... «Esattamente - conferma Renato Maggiolo -. Se le interpretiamo ne esce una profonda visione. Prima di tutto sono il racconto di una terra fertile in se stessa e non fertilizzata da nessun intervento se non dalla biodiversità della vegetazione. È interessante notare come la prima qualità voluta da Dio sia la bellezza del suo giardino, mentre la bontà è solo la seconda. Un paesaggio naturale deve essere prima di tutto fascinoso allo sguardo dell'essere umano, infondere piacere».

L'Eden di Lusia entra nel cuore lussureggiante e umile nelle essenze tipiche della campagna veneta. Filosofia bio o vegana? Non si tratta di questo quando si passeggia nei due ettari tra le salvie e le insalate, lungo il sentiero degli innamorati dove si susseguono 78 varietà di menta. «Invito le coppie a scambiarsi effusioni sotto le stelle su questo viottolo. I sentimenti dell'uomo fortificano e fertilizzano la natura». Come è scritto sempre nella Genesi il nostro primo compito è quello di coltivare e custodire, sinonimi di amare.

Il sogno di un suolo terrestre in grado di dare frutta e verdura perché fecondato dalla biodiversità degli insetti e delle piante che lo popolano inizia per Renato Maggiolo nel 2012 quando si licenzia dalla cooperativa agricola di cui era direttore e prende in mano il piccolo podere lasciatogli in eredità dalla madre Dina, dopo essersi accorto della crisi irreversibile della piccola orticoltura.

«Dovevo rinaturalizzare l'ambiente, cioè portarlo al suo stato di origine, di genesi appunto, mettendo in movimento il suo antico divenire. Ho studiato molto, ma niente mi ha insegnato di più come quelle tre righe della Genesi in cui c'è scritto tutto». I 600 arbusti autoctoni del Veneto e gli alberelli di 40 varietà sono stati portati pensando che ognuno di essi è la dimora di un insetto diverso, e ogni insetto è come un re che dispensa sulla terra lieviti, batteri, enzimi, feci di lombrichi, di grillo talpa, di acari che la fecondano. «È la vita la fonte della vita. Una terra è fertile quando è ricca, brulica di lombrichi, millepiedi. Poi c'è la parte invisibile: l'esistenza di numerose specie di batteri, come nebulose che si moltiplicano, se non si usano pesticidi, anticrittogamici e diserbi. Ogni insetto ha il suo predatore, l'equilibrio è perfetto, quindi ogni prodotto della terra cresce sano e vero, perché l'ambiente è sano e vero». Una ricerca accurata compiuta in collaborazione con World Bioderversity Association di Verona, il Biolab di Bologna e il Centro di propagazione degli arbusti autoctoni di Veneto Agricoltura.

L'orto matura nei suoi filari di prodotti stagionali, adamitico, ma anche Eva offre la sua bellezza. E la sentono i bambini sul sentiero delle erbe aromatiche, ai gruppi yoga che meditano in un angolo d'assoluta perfezione. Non poteva mancare un'accurata ricerca sull'acqua. Ecco il laghetto, specchio di luce e bacino composto dall'acqua dell'Adige e da quella piovana per arrivare al ph più neutro possibile. La fitodepurazione avviene attraverso la varietà delle canne palustri. «L'ortodidattico è aperto a tutti. Arrivano anche dall'Austria e dalla Germania. A volte parlo con le persone che vengono a fare yoga - racconta Renato Maggiolo - e mi spiegano come l'energia vitale della terra passi all'uomo, ma anche l'energia vitale dell'uomo passa alle piante. Mi sono accorto di una cosa: le piante toccate dai bambini offrono doni migliori».

Vicino all'orto sorge una cascina del 1850, che Renato e Francesco hanno ristrutturato per aprirvi un ristorante vegano, dove si assaggiano tutti i prodotti dell'ortodidattico. Nell'intera struttura hanno trovato lavoro sei persone in un momento non facile.

L'Eden rende. «Il mondo del biologico non è una questione di mentalità ma di metodo e il metodo ci viene insegnato da madre terra, basta assecondare il suo istinto di produzione senza alterarlo. Quando ho iniziato questo lavoro mi hanno dato del matto». Crostate con marmellate di gelso, piantato tra l'altro per dare da mangiare agli afidi in modo che stiano in equilibrio con le coccinelle, tisane alla liquirizia, le verdure vendute nel negozietto: cavoli, piselli, porri, peperoni, melanzane, zucchine. Chi vuole può anche coltivarsi personalmente un piccolo pezzo all'interno del «Profumo della freschezza», godendo qui di piccoli e bizzarri doni. Un condominio per gli insetti che non vivono tra le piante, ad esempio, un sorta di micrograttacielo in legno composto di baby appartamenti, che Francesco Maggiolo si è divertito a costruire.

Sembra un gioco la terra, qui, pare che quel sudore che Dio ha voluto per farla fiorire in tutta la sua potenza non esista, che solo per magnanima meraviglia appunto, come primo requisito della natura, nasca spontanea, e si offra semplice all'uomo in piena regalità. «Recentemente il WWF ha rilevato nel laghetto la presenza di 11 specie di anfibi e 10 specie di libellule. La natura fa viaggi incredibili, basti pensare che è stata avvistata una Licena Dispak, una farfalla rossa che arriva dal monte Baldo».

L'ortodidattico «Il profumo della freschezza» ha raggiunto in un due anni l'89% di bioequlibrio. L'obiettivo di Renato Maggiolo è di arrivare al 100%, ovviamente. «Se ce la farò, so di aver raggiunto la poesia, la ragione, il mistero, l'amore, la terra, l'evoluzione del versetto biblico, che non smetto mai di leggere e rileggere, perché l'alimentazione è salute sì, ma soprattutto inesauribile piacere».

E il piacere di osservare questo lembo di terra del Polesine, così odoroso, prospero ma soprattutto delicato è un viaggio che ormai sono in tanti a concedersi, dormendo anche tra i filari di verdure come se si fosse veramente nella genesi del nostro giardino.

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