Nella sinistra i più estremisti hanno il volto moderato del Pd
8 Maggio 2007 - 03:05E poi la chiamano «moderazione». Prima la maggioranza sincarica di sollecitare allopposizione intese sulla riforma elettorale e magari un aiutino per salvare litalianità di Telecom. Ma subito dopo decide di fare ciò che non ha fatto nei precedenti cinque anni di governo: promuovere una legge su misura contro il leader dellopposizione, illustrandola come una «ragionevole» e perfino «blanda» (Romano Prodi) iniziativa per regolare il conflitto dinteressi. Tanto blanda, che nello stesso centrosinistra lUdeur già se ne dissocia, denunciandone proprio lintento ad personam.
E così adesso che le sinistre sono diventate almeno due, la radicale e la riformista, è più facile cogliere quanto estremismo regni nel progressismo dalla celebrata prudenza. Dallimmigrazione alla droga, dai Dico alla pace, tutte le proposte «senza se e senza ma» della legislatura sono finora venute non già dagli esponenti dellala rosso-verde della maggioranza ma da ministri e rappresentanti di forze politiche accasati nel Partito democratico prossimo venturo. Si è finito per attribuire alla componente più a sinistra del centrosinistra la fama del lupo rispetto alla mitezza dellalleato Cappuccetto naturalmente rosso. Ma in realtà stando ai fatti, cioè ai disegni di legge e alle dichiarazioni che più hanno scatenato polemiche, le apparenze ingannano: è da Cappuccetto rosso, non dal lupo, che sono arrivate le sorprese.
Che il radicalismo più insidioso sannidi tra i riformisti indicati come tali, lo conferma, per esempio, il testo appena presentato da Giuliano Amato sugli extracomunitari in Italia. Un concentrato di intransigenza demagogica che nulla ha a che vedere con il rigore delle legislazioni liberali di molti altri Paesi. Eppure, del ministro non si perde occasione, a sinistra, per declamare la serena modernità del suo socialismo europeo.
Si è declamato anche sulla moderazione politica di Livia Turco, ministro della Salute. E tuttavia a dispetto dellevocato buonsenso, non era stata lei a battersi per raddoppiare il limite legale delluso personale di cannabis? Ragionevolezza o furore ideologico daltri e non rimpianti tempi? Persino sui diritti civili cè limpronta della rigidità da parte del progressismo in teoria anti-radicale. Forse non esprimeva fondamentalismo politico il testo sui Dico che pretendeva di far diventare matrimonio, anche dello stesso sesso, quel che matrimonio non è? E non portava, quel provvedimento, le firme cattolica e laica di Rosy Bindi e Barbara Pollastrini, che non militano in partiti verdi o comunisti ma concorrono, allopposto, al nascente Partito democratico?
E a proposito del rassicurante Pd in costruzione: non è stato uno dei suoi possibili leader, Piero Fassino, a sostenere lipotesi di far sedere i talebani a un tavolo di pace sullAfghanistan? Sarebbe una proposta «da moderati», questa?
Paradossalmente, lestremismo non è più una prerogativa soltanto di quei partiti che amano coltivarlo. Discende anche dalle idee che circolano nel mondo di chi è passato di svolta in svolta senza tuttavia liberarsi dallapproccio oltranzista, continuando ad aggrapparsi alla presunzione delle proprie inossidabili convinzioni. Al riformismo che sè alleggerito dellideologismo manca il peso del dubbio. Il semplice dubbio che magari lavversario possa avere perfino ragione.
f.
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