Roma

Nella verde Acquafondata tra boschi e ruderi antichi

Renato Mastronardi

Ci troviamo sotto il Monte Meta in un angolo molto ristretto della parte più meridionale della Ciociaria, in quella frazione del suo territorio che lo Stato Unitario ereditò dal Regno di Napoli con il nome di «Terra del Lavoro» e che, oggi, più comunemente si denomina del «Cassinate». Perché, a parte i monti, su tutta la vasta valle domina, ancora imponente, l’ombra lunga dell’Abbazia di Montecassino e, infatti, furono i monaci benedettini i primi colonizzatori di queste terre attorno all’anno Mille. Terre che erano composte da boschi fittissimi, da gole profonde, da anfratti scoscesi e perigliosi. Nel corso di qualche secolo, la sistemazione idrogeologica del territorio, grazie al lavorio sotterraneo dei numerosi flussi e riflussi di acque carsiche, cambiò totalmente il paesaggio e rese floride e fertilissime le conche e le valli che circondano l’odierna Acquafondata che si può raggiungere percorrendo l’A2 fino all’uscita di Cassino.
Da vedere. Della più antica Acquafondata, oggi, rimane ben poco: la chiesa di San Giovanni Battista, i resti della chiesa di Santa Maria e la suggestiva chiesetta di San Rocco che si richiamano, tutte, agli stilemi architettonici poveri ed artigiani, d’ispirazione abruzzese e molisana, ed ai quali non mancarono gli apporti inconfondibili degli scalpellini della Valle di Comino. E, ancora: impressionano i ruderi dei castelli di Acquafondata e Casal Cassinese che, intorno al 1017, eresse il conte di Venafro. Ma, situato al centro della vallata, circondato dai verdissimi boschi della Meta, il paese è un punto ideale di partenza per escursioni attraverso straordinari panorami e incredibili scoperte naturalistiche: doline carsiche e cascatelle che «chiacchierano» tra boschi omogenei di oliveti e di vigne, di colline che degradano verso le conche.
Da mangiare e da bere. La cucina richiama una delle migliori gastronomie della Ciociaria: tipica e di montagna e con una serie di proposte di grande qualità per la gioia di quanti amano i piatti sani e gustosi. Con un menù ricco di antipasti misti con prosciutto e coratella, salsicce e treccia di bufala, che annunciano, per esempio, primi di pappardelle al cinghiale e di tardaglione (polenta verde) e secondi di cinghiale di montagna, capretto ripieno e agnello alla brace. Ma le glorie più autentiche della cucina locale sono i maccheroni alla casareccia e i superbi gnocchetti ai quali, Acquafondata, dedica due straordinarie sagre ferragostane.

I vini (Cabernet e Merlot) arrivano dalle vicine vigne della solare Atina.

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