Cronaca locale

Nicole Minetti al Pirellone: l'assalto dei giornalisti

Minuti di tensione nell’atrio antistante l’aula del consiglio regionale lombardo, quando la consigliera del Pdl Nicole Minetti è uscita per bersi un caffè alla bouvette

Nicole Minetti al Pirellone: l'assalto dei giornalisti

Milano - L'assedio si ripropone ancora. Momenti di tensione nell’atrio antistante l’aula del consiglio regionale lombardo, quando la consigliera del Pdl Nicole Minetti è uscita per bersi un caffè alla bouvette. Calca di giornalisti, fotografi e cameraman attorno alla giovane esponente del Pdl, che anche questa volta ha preferito non rilasciare dichiarazioni ed è stata scortata dai commessi e altri consiglieri in una saletta riservata.

Tensione È stato a questo punto che alcuni consiglieri si sono lamentati con i rappresentanti della stampa perchè li avrebbero spinti. «Andate fuori, avete rotto, andate fuori», ha ripetuto urlando il vicepresidente Franco Nicoli Cristiani (Pdl), che ha più volte invitato i giornalisti a stare in sala stampa e non in corridoio. Vedendo che la richiesta cadeva nel vuoto, Nicoli Cristiani ha urlato: «Vi prendete le sberle che vi dò se non ve ne andate». Poi abbassando i toni ha fatto da apripista alla Minetti per consentirle il rientro in aula.

Misure di sicurezza A seguito di quanto accaduto, in vista del Consiglio regionale lombardo di martedì prossimo, l’Ufficio di presidenza discuterà di come gestire i rapporti con la stampa ed evitare i problemi verificatisi oggi. È quanto ha affermato il vicepresidente dell’aula, Filippo Penati, rispondendo a un intervento, sulla questione, del consigliere Pdl, Paolo Valentini, che in aula ha dichiarato: "Non è tollerabile che un consigliere regionale non possa spostarsi dall’aula senza essere assalito dai giornalisti. L’Ufficio di presidenza si faccia garante di 2 cose: la libertà dei giornalisti e dei consiglieri regionali di fare il proprio lavoro".

Boni ha quindi anticipato che verranno date indicazioni al più presto perchè consiglieri e giornalisti possano continuare a fare il loro lavoro durante i lavori del Consiglio senza però creare tensioni e caos.

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