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"Noi donne possiamo dare la vittoria a Letizia"

Intervista a Daniela Santanchè: "Bisogna votare. Astenersi è come votare per la sinistra". L'affondo: "I borghesi che credono in Pisapia sono ignoranti"

"Noi donne possiamo 
dare la vittoria a Letizia"

Daniela Santanchè, per domenica danno sole qui a Milano.
«Ecco, lei che è donna».

Mi convinca a votare Moratti.
«L’analisi del voto dice che soprattutto le donne non hanno votato Moratti al primo turno».

Astenute o traditrici?
«Sono rimaste a casa. Ma adesso devono avere un sussulto, andare in massa. Le donne sono più capaci degli uomini, sa?».

Sì lo so ma che c’entra?
«Possono fare ancora una volta la differenza. Tanto più che la Moratti ha già annunciato una giunta con più donne».

Perché dovrebbero aver cambiato idea, scusi?
«Io penso che al primo turno molti si siano astenuti pensando che tanto la Moratti avrebbe vinto facilmente».

Oppure volevano dare un segnale al Pdl.
«Benissimo: ma adesso vogliamo consegnare la città a Pisapia?».

Cesare Romiti, Massimo Moratti, Valerio Onida: la borghesia di Milano sta con lui.
«Ah ah, sì, dicono che rappresenta la borghesia illuminata. Ignoranti».

Andiamo bene. Per il premier chi vota a sinistra è senza cervello, per lei è ignorante...
«Ma uno che voleva rifondare il comunismo può portare avanti la borghesia illuminata? Ma dove la porta? ».

Non sarà controproducente continuare a dipingere l’avversario come un pericoloso estremista?
«Ma che cosa dobbiamo dire, scusi? Le cose le ha dette lui, mica noi. Nel 1997 ha proposto la depenalizzazione dello spaccio di droga, nel 2001 le stanze del buco, nel 2002 la legalizzazione dell’eutanasia».

Vabbè, parliamo di Milano.
«E parliamone! Una moschea per quartiere, il sì alle occupazioni dei centri sociali, il registro per le coppie gay, la tassazione dei redditi superiori ai 30mila euro, la polizia locale sgravata dai compiti di pubblica sicurezza, viale Padova come modello di integrazione da esportare...».

Certo che pure il Pdl non le ha fatto un favore, alla Moratti. Berlusconi l’ha definita un candidato debole.
«E io non sono d’accordo».

E questa sarebbe una notizia.
«Magari non è empatica».

Sempre chiusa a Palazzo...
«Però qui non è questione di essere simpatici o antipatici, ma di avere una visione di città, che in una città internazionale e cosmopolita come Milano è fon-da-men-ta-le».

La Moratti ha avuto 5 anni per realizzare la sua visione di città.
«E l’ha fatto! Ora dobbiamo continuare, dare continuità. Pensi all’Expo! Se Milano ha vinto è merito delle capacità e della caparbietà della Moratti».

Il 2015 è lontano.
«Ma i cantieri sono già aperti, a testimoniare la trasformazione di Milano. E poi va bene, se l’è cercata».

Pronto?
«Ora le faccio l’elenco: i reati sul piano della sicurezza sono diminuiti del 48 per cento in tre anni, nidi e micro nidi contano 3.210 posti in più, fra bonus bebè e bonus cicogna sono stati stanziati 3,5 milioni di euro, altri 520mila per le vittime di abusi o aggressioni, 2.323 donne hanno usufruito del servizio di sostegno alle vittime di violenza avviato nel 2007, ai corsi di difesa personale hanno partecipato 1.300 donne, e poi i servizi...»

Sì, però...
«...le sezioni primavera sono passate da 344 a 647 posti, 83mila alunni delle scuole primarie e paritarie hanno ricevuto i libri gratis...».

Pietà.
«E allora!»

Parliamoci chiaro sottosegretario. Il premier ci ha messo la faccia in questa campagna elettorale. Questo sa di segnale di stanchezza a lui.
«Ma non si può essere stanchi di Berlusconi. Magari di una crisi economica che ha colpito tutti. E anche dei conflitti, della politica urlata, certo».

Lei ne sa qualcosa...
«A me non piace fare il falco, sa? Andare sotto i tribunali, attaccare certa magistratura. Ma vogliamo dire che è successo qualcosa in questi anni, e che si cerca di eliminare Berlusconi con ogni mezzo?».

Ricapitolando.
«Stanchi, e sia. Ma non fessi, dai. Me lo dica lei: chi ha votato Palmeri per protesta, per dire, può pensare di votare Pisapia?».

Può andare al mare.
«Astenersi è come votare Pisapia».

Dica qualcosa alle colombe
«Falchi, colombe, va bene tutto. L’importante è non diventare piccioni, perché il tiro al piccione fa male».

Che succede se perdete?
«Ricominceremo a lottare, come sempre.

Ma io non ci posso credere».

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