Economia

Noleggio veicoli, la ripresa è frenata dalla fiscalità

Il presidente di Confindustria Aniasa, Ghinolfi: «La penalizzante tassazione italiana e l'imminente "mazzata" sull'Ipt rallentano la crescita del settore». Dall'associazione una proposta per allineare all'Europa la fiscalità sul comparto senza ridurre gli introiti per l'Erario

Torna a crescere il settore del noleggio veicoli che sembra ormai aver superato la fase critica della difficile congiuntura economica internazionale: i dati del primo trimestre 2011 (immatricolazioni: +38,5%, fatturato pressoché stabile e flotta circolante: +1%) confermano il progressivo miglioramento degli indicatori evidenziati già a partire dal secondo semestre del 2010. Il persistente disallineamento rispetto all'Europa del trattamento fiscale nazionale dell'auto aziendale (e del noleggio in particolare), oltre all'imminente manovra sull'Imposta provinciale di trascrizione (Ipt), rischiano di compromettere lo sviluppo del settore.
È questo il quadro emerso dalla presentazione della decima edizione del Rapporto Aniasa (l'Associazione nazionale industria dell'autonoleggio e servizi automobilistici di Confindustria), presentato a Milano.
Nei primi tre mesi dell'anno in corso il settore del noleggio veicoli, nel suo complesso (noleggio a lungo e breve termine e fleet management), ha registrato risultati che fanno ben sperare per il prosieguo dell'anno. In un momento in cui la domanda di auto nuove da parte dei privati risente ancora della crisi economica (per fine 2011 si prevedono poco più di 1.800.000 immatricolazioni, ben il 7% in meno rispetto al 2010), la ripresa dell'immissione in flotta di veicoli nuovi da parte delle società di noleggio sta contribuendo a rendere meno negativo il bilancio complessivo del mercato. Il noleggio veicoli si conferma quindi comparto trainante per l'automotive con un'incidenza sul mercato aumentata dal 12,8% (primi 5 mesi 2010) ad oltre il 17% (gennaio-maggio 2011).
Se la flotta circolante dei veicoli in noleggio a breve termine è in decisa crescita (+6%), la stabilità di quella a lungo termine è indice delle profonde ristrutturazioni intraprese dalle aziende clienti, che nel momento di crisi hanno rivisto i volumi dei propri parchi auto, ottimizzando ed aggregando alcune attività di servizio, a cominciare dalle strutture di assistenza e di sviluppo commerciale.
Sulla base delle indicazioni emerse anche dai dati relativi alle immatricolazioni 2011 e delle serie storiche degli ultimi anni, Aniasa stima che il settore possa a fine anno toccare le 280.000 nuove immatricolazioni, segnando un +5% sullo scorso anno.
«Il mercato dell'auto aziendale italiano, e del noleggio in particolare - ha dichiarato Paolo Ghinolfi, presidente di Aniasa - è sottodimensionato a causa di un trattamento fiscale fortemente penalizzante, che produce condizioni di minore competitività per le aziende italiane rispetto alle concorrenti europee le quali sopportano costi inferiori (i trasporti rappresentano il 6-8% dei costi complessivi aziendali) su un bene rilevante quale il parco auto. Su questo quadro già a tinte fosche andrà presto (probabilmente già a fine mese) a impattare pesantemente anche la "mazzata dell'Ipt", di cui pochi parlano pubblicamente, e che comporterà maggiori oneri per tutti gli automobilisti e, in particolare per il nostro settore. Abbiamo stimato maggiori oneri diretti (derivanti da nuove immatricolazioni) e indiretti (da vendita usato) per il settore per oltre 60 milioni di euro».
L'auto aziendale è ancora oggi penalizzata in Italia da una normativa che non ha pari nel resto dell'Europa: in Italia la detraibilità IVA dei costi di noleggio per le aziende clienti è ferma al 40%, rispetto al 100% del resto d'Europa e, al contempo, la possibilità di deduzione dei costi è ben al di sotto della media dell'Unione.
«Ci stiamo muovendo su due fronti: insieme alle altre associazioni della filiera dell'auto - ha proseguito Ghinolfi - è stato attivato presso il ministero dell'Economia un tavolo tecnico sull'Ipt e siamo in contatto con la Commissione per l'attuazione del federalismo per far meglio comprendere l'incidenza della manovra al varo e ottenere una marcia indietro sul tema. Ferma restando la necessità di procedere nei prossimi mesi anche alla valutazione di un allineamento all'Europa sul fronte della detraibilità Iva (al 100% in Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna), oggi chiediamo al ministero dell'Economia di aggiornare il tetto di costi deducibili fermo al 1997, applicando almeno la rivalutazione Istat. Consci delle necessità di bilancio, avanziamo una proposta a invarianza di gettito per le Casse dello Stato».
Tale modifica della deducibilità, infatti, incentiverebbe un maggior uso delle company car, funzionando da leva fiscale e, spostando le immatricolazioni dal mercato dei privati a quello aziendale, avrebbe il pregio di aumentare la velocità del rinnovo del parco auto circolante. I privati, infatti, cambiano mediamente l'auto ogni 7 anni, mentre le aziende rinnovano il parco mediamente ogni 48 mesi. Da prime analisi dell'Associazione questa accelerazione produrrebbe evidenti benefici non solo in termini di minori emissioni inquinanti e maggiore sicurezza sulle strade, ma specialmente maggiori introiti per l'Erario derivanti dall'aumento delle immatricolazioni di auto aziendali (circa +50mila annue), la cui tassazione ordinaria, peraltro, bilancerebbe ampiamente l'agevolazione fiscale proposta.
«Ci aspettiamo - ha concluso Ghinolfi - che le Istituzioni valutino attentamente la nostra proposta. Va superato lo stereotipo che associa l'auto aziendale al fenomeno evasione fiscale. Crediamo di aver dimostrato che avviene l'esatto opposto.

Con le nostre attività di noleggio a breve e lungo termine contribuiamo concretamente all'emersione di tutti i costi delle prestazioni connesse (manutenzione su tutte) e siamo tra i primi contribuenti dello Stato, producendo un gettito complessivo per l'Erario di 1,5 miliardi di euro l'anno».

Commenti