Al Nord il cancro si cura meglio

Al Nord il 45% dei tumori della mammella è diagnosticato a uno stadio precoce mentre al Sud le percentuali scendono, arrivando al 26% di Napoli e Ragusa. La diagnosi precoce dei tumori e l'accesso a trattamenti adeguati non sono omogenei in Italia. Le differenze regionali nella sopravvivenza dei pazienti oncologici riflettono la non uniforme disponibilità di adeguate strutture diagnostico - terapeutiche e la scarsità di programmi di screening oncologico. É prioritario ridurre le disuguaglianze fra Nord e Sud del Paese e migliorare l'organizzazione delle strutture oncologiche per la diagnosi e il trattamento. Lo sostiene uno studio dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, coordinato dalla dottoressa Milena Sant e pubblicato su Cancer Epidemiology. E lo hanno richiesto le 500 Associazioni di volontariato in oncologia riunite nella Favo (presidente Franco De Lorenzo) che ha offertoalle regioni la collaborazione Favo per lo sviluppo di programmi di prevenzione. Obbiettivo: migliorare i trattamenti terapeutici e le condizioni assistenziali e sociali.
Sono profonde le disparità di accesso alle cure attualmente esistenti . Nel 2010,ad esempio, a fronte di 598 posti letto in hospice in Lombardia e 241 in Emilia Romagna se ne censivano solo 20 in Campania e 7 in Calabria, mentre vi erano 27 strutture con servizio di radioterapia in Lombardia, 7 in Puglia e 3 in Calabria . «La scoperta di un tumore allo stato iniziale è un fattore di grande importanza per la paziente perché consente di ricorrere a trattamenti chirurgici meno invasivi garantendo una migliore qualità di vita ed un minore costo sociale», afferma Giuseppe De Leo, presidente dell'Istituto Tumori di Milano, ricordando che a parità di stadio alla diagnosi, la probabilità che una donna colpita da tumore al seno residente a Napoli o Sassari sia trattata con un intervento di chirurgia conservativa è del 30-40% inferiore alla media italiana . Le ragioni delle disparità di trattamento sono molte. Per il tumore della mammella - afferma lo studio -l'insufficiente applicazione di linee guida nelle aree del Sud, Sassari e Napoli, potrebbe essere attribuibile sia alla inadeguata disponibilità di strutture radioterapiche (il chirurgo effettua trattamenti più radicali per prevenire le recidive anche in assenza di radioterapia), sia alla frammentazione dei percorsi diagnostico - terapeutici in varie strutture sanitarie non sempre adeguate per il trattamento dei pazienti oncologici. Per il melanoma cutaneo, il 60,1% dei pazienti con tumore di spessore inferiore o uguale a 1 millimetro esegue l'esame del linfonodo sentinella, con valori più alti a Reggio Emilia (76,3%) e più bassi a Ragusa (34,2%). L'esecuzione di questa indagine consente, in caso di negatività dell'esame, di risparmiare interventi demolitivi, con conseguente miglioramento della qualità di vita. L'intervento chirurgico curativo nei pazienti con tumore polmonare in stadio I, rispetto alla media italiana (73,7%) risulta significativamente più alta nel registro tumori della Romagna (90,9%) e più bassa in quello di Biella (56%). Sono più di cento le forme di tumore; per quelle del seno, del colon retto e collo dell'utero, la diagnosi precoce risulta efficace nell' individuare forme preinvasive curabili. Nel mondo oltre il 70% delle morti per cancro si verifica nei Paesi a basso reddito, che hanno poche risorse per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento. Il cancro, ha ricorda to l'Oms in occasione del World Cancer Day del 4 febbraio, lo si può meglio curare con una diagnosi precoce .

Nel 2012 in Italia siano stati diagnosticati 364mila nuovi casi di tumori maligni, sono 2,25 milioni le persone che hanno avuto una neoplasia.

Commenti