Cronache

La nostra tradizione ci impone la calma

Che dire... Il psicodramma si è quindi compiuto! In momenti come questo è inutile perdere tempo in recriminazioni. La società insieme ai 14.000 tifosi che si sono abbonati «al buio» deve trovar la forza di reagire. Se questo vorrà dire fare un bagno catartico in serie C o prendersi un anno di «ferie» poco importa, l’importante è che si cominci a pensare al futuro e non si lascino pretesti a chi potrebbe trasformare la nostra giusta rabbia in violenza. Certo mantenersi calmi è difficile ma questo dobbiamo alla nostra Città e alla nostra Tradizione. In questi mesi si è assistito ad una spaccatura all’interno del tessuto sociale genovese. Spaccatura che non si è avuta sul caso acciaierie, sui problemi del lavoro e della recessione. In alcune lettere molti hanno evidenziato questo come un qualcosa di assurdo. Ma il fatto che una parte (non certo piccola) dei genovesi si senta rappresentata più da una squadra di calcio che dalle Istituzioni è un fenomeno che la classe politica ed economica dovrebbe analizzare e non ridicolizzare!

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