Cronaca locale

Notte bianca, l’«Alegrìa» di una città insonne

Quest’anno, record di presenze: oltre un milione i milanesi scesi in strada a festeggiare

Andrea Fontana

«Alegrìa». Lo spettacolo del Cirque du Soleil che apre all’Ottagono la «Festa di primavera» è la sintesi della voglia di festa dei milanesi: accalcati davanti ai palchi dei concerti, in coda per visitare il Museo della Scienza, la Scala o Sant’Antonio Abate, ballerini di tango in corso Vittorio Emanuele, intellettuali nei 24 punti «Io preferirei leggere». Alla fine la prima Notte Bianca dell’anno conterà per le strade almeno un milione di persone. «Un bel successo - dice l’assessore al Turismo Giovanni Bozzetti -: visto che già nell’edizione 2005 siamo arrivati ad un milione di presenze e in quella precedente a seicentomila». Bloccate in serata le tangenziali e le principali strade di accesso al centro, presa d’assalto la metropolitana che ha funzionato per tutta la notte.
Al via ufficiale delle 14 in Galleria gli spettatori arrivano a cinquemila. «Viva Milano, buona Notte Bianca» apre le danze Bozzetti e i funamboli del Cirque du Soleil iniziano le acrobazie sotto una sfilza di «clic» da videofonino e di bambini a bocca aperta. A Palazzo Marino intanto c’è già la fila. «Voglio guardare le architetture degli interni: vado spesso in giro per il mondo, ma il mio Comune non l’ho mai visto» dice Franca Goldaniga, 65 anni, una dei tremila visitatori dell’edificio cinquecentesco. Si entra a gruppi di trenta ogni mezz’ora, ma la richiesta è tale che i turni vengono raddoppiati e in serata il custode storico di Palazzo Marino, Franco Giuseppe Brigida, prende a fare da cicerone e accompagna altri gruppi per smaltire la coda. Stessa storia a Palazzo Reale, dove le visite sono duemila, e c’è anche chi ha pianificato la giornata come Giorgio Pavia che esce di corsa da un appuntamento e va in un altro già prenotato. Alla Scala il Touring Club si organizza: turni ogni dieci minuti e un appoggio dal personale del teatro per gestire gli ingressi.
Colpi di bombardini, accampamenti spartani, patrioti contro austriaci: sono le «Cinque giornate» rievocate in corso 22 marzo con una sfilata in costumi d’epoca molto apprezzata e applaudita dai cittadini. Armarcord di altro tipo in piazza San Fedele con il baffuto Aurelio che intona in dialetto «Disu che l’è ’na bela tusa, chissà chi se la spusa» e il pubblico, rigorosamente over 50, applaude. Altre generazioni quelle che si sfidano in corso Vittorio Emanuele a colpi di scacchi, dama e Risiko, a metà pomeriggio sono almeno duecento. Chi non gioca prende d’assalto le pizze in Piazza del Cannone mentre corso Buenos Aires intorno alle 20 viene chiuso alle auto. È qui che la festa vive uno dei suoi momenti simbolici: una torta da 350 chili tagliata e distribuita dai commercianti di Ascobaires dove due settimane fa volavano pietre e si bruciavano macchine. È mezzanotte, ma la notte è ancora lunga. Tra uno spettacolo e l’altro c’è anche spazio per uno spuntino visto che i commercianti hanno accolto l’invito delle associazioni di categoria e soprattutto bar e ristoranti fanno apertura «no limits». «Teniamo aperto almeno fino alle due, ma se c’è ancora gente si continua - conferma Enzo Carrer presidente dei pizzaioli milanesi». «Siamo riusciti a coinvolgere tutte le realtà che organizzano eventi in città e grazie a loro l’amministrazione ha speso solo 300mila euro - dice soddisfatto l’assessore Bozzetti -.

Milano è una città che vuole vivere di notte».

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