Cronaca locale

La Notte di San Lorenzo: da tutti i continenti sette giorni di musica

Alessandro Ruta

Tutto pronto per la diciottesima edizione del festival La notte di San Lorenzo, che prenderà il via oggi presso la Cascina Monlué nell’ambito della programmazione del Comune «Estate, festa della cultura». Fino al 19 luglio una settimana di musica e intrattenimento con artisti provenienti da ogni parte del mondo. Sarà una manifestazione dedicata alle «Americhe Nere» e a quello straordinario universo musicale nato dall’incontro culturale tra gli schiavi africani deportati e i loro colonizzatori.
Il viaggio inizierà con il gruppo artistico del Togo Nyatepe - parola che, in lingua Ewé, significa «verità» -. Salvaguardare le tradizioni della loro terra, tanto piccola quanto varia di etnie e culture: questo l’obiettivo, tradotto in oltre novanta opere teatrali, del gruppo africano.
Giovedì toccherà all’affascinante percorso musicale del greco Takis Kunelis, massimo interprete del «Rebétiko», antico canto popolare ellenico: in occasione di «San Lorenzo» proporrà le sperimentazioni ritmico-melodiche del suo gruppo, il Takis Kunelis Ensemble.
Sempre nell’ambito di una riscoperta del Mediterraneo come misto di culture, ecco i siriani dell’Ensemble Takht Cham, che si esibiranno venerdì 15 in concerto utilizzando esclusivamente gli strumenti tipici della tradizione musicale mediorientale antica.
Il piatto forte arriverà nel fine settimana. Sabato 16, infatti, i milanesi potranno ammirare il talento del poliedrico Hermeto Pascoal. Genio e innovatore, Pascoal ha creato uno stile tutto suo, mescolando musica africana e ritmi del proprio paese, il Brasile.
Domenica toccherà al jazzista David Murray, maestro del sax tenore, che tornerà nel capoluogo lombardo a distanza di quindici anni dalla sua ultima esibizione: conosciuto dal grande pubblico per l’abilità nel mischiare bebop, swing, boogie e funk, a Cascina Monlué presenterà il «Gwotet Project», un’iniziativa che riunisce musicisti provenienti dagli Stati Uniti e dai Caraibi francesi, come il gruppo di percussionisti del Guadalupe Two Gwo-ka sisters. Sarà un susseguirsi di suoni blues, gospel e jazz.
Lunedì giorno di samba, simbolo e sintesi del legame tra Africa e America: sul palco di «San Lorenzo» si alterneranno alcuni tra i più famosi esecutori di questi ritmi brasiliani.
Per la chiusura della manifestazione si ritornerà virtualmente in Europa, più precisamente nei Balcani: protagonista Boris Kovac. Il compositore nativo di Novi Sad, in Serbia e Montenegro, trasmetterà le atmosfere e le sensazioni della propria città, nella quale convivono almeno venti nazionalità differenti. Ad accompagnarlo sul palco la sua orchestra, composta da musicisti serbi, ungheresi, rom e macedoni che suoneranno fisarmonica, contrabbasso, percussioni e clarinetto.
«Ridurre le distanze, mantenere le differenze»: questa manifestazione, nata quando il fenomeno dell’immigrazione era solo agli inizi, è un importante mezzo di conoscenza di tradizioni solo apparentemente lontane.

Cultura, ma anche intrattenimento di qualità per una città internazionale come Milano.

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