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Nuoro, Dina soffocata nel bagagliaio

La donna colpita in testa, col nastro adesivo le hanno tappato bocca e naso. Secondo il medico legale l’agonia è durata dieci minuti, aggredita tra le 19 e le 20. Gli inquirenti: "Sequestro finito male". Spunta la pista della rapina

Nuoro, Dina soffocata nel bagagliaio

Nuoro - Le è stato fatale quel nastro da pacchi che le ha impedito di respirare. Avvolta come una mummia, mani e piedi legati davanti alla pancia e in posizione fetale, Dina Dore ha cessato di vivere neanche dieci minuti dopo essere stata rinchiusa nel baule della sua auto. Chi le ha teso un'imboscata nel garage di casa, dopo averla colpita con forza alla testa con un tronchese o una grossa pinza, ha dunque voluto assicurarsi che la donna non facesse rumore o si divincolasse ancora. La Punto rossa appena parcheggiata è sembrato loro il posto più sicuro dove nascondere una corpo ormai inerme.

L'autopsia ha dunque parzialmente chiarito gli ultimi istanti di vita della moglie del dentista di Gavoi. La perizia condotta ieri all’ospedale San Francesco di Nuoro su disposizione del magistrato della Direzione distrettuale antimafia (competente in materia di sequestri) è servita a dare una prima risposta all'inquietante interrogativo: la donna sarebbe stata salvata se la polizia l'avesse scoperta prima? Pare proprio di no, l'esame ha accertato che Dina Dore è morta per asfissia tra le 19 e le 20, quando gli inquirenti stimano sia stato compiuto il blitz in casa della vittima. Una conferma dunque alle loro tesi, che da subito avevano escluso che una persona, in quelle condizioni, senza poter respirare e con una ferita in testa, avrebbe potuto resistere diverse ore. Lo stesso marito ha condiviso le certezze degli investigatori, mettendo così fine a una sottile polemica sull'intervento della polizia. Altro elemento: la ferita in testa non è stata mortale, il colpo serviva solo a farle perdere i sensi.

In ogni caso, restano ancora diversi dubbi sulla dinamica di quanto è accaduto veramente nel garage di via Sant'Antioco, a Gavoi, e su quale sia il vero movente. L'ipotesi ufficiale rimane quella di un sequestro fallito e concluso con l'omicidio, ma si lavorerebbe anche intorno a un'altra possibilità, nonostante non ci sia alcuna conferma: una rapina finita male. Nuova pista che sarebbe giustificata da alcuni oggetti fuori posto e da un disordine anomalo.

Nella casa dell'orrore vanno avanti i rilievi della Scientifica, ai quali prende parte anche il marito della donna. E ieri mattina, a duecento metri dall'abitazione, i carabinieri hanno trovato un rotolo esaurito di nastro adesivo, compatibile con quello usato per avvolgere la Dore: analisi più accurate riveleranno se si tratta proprio del materiale usato dalla banda. In caso positivo, potrebbe conservare le impronte del commando, che gli inquirenti ritengono composto da non più di tre persone.

Intanto, oggi alle 15.

30, si celebreranno i funerali, ai quali tutta la comunità di Gavoi prenderà parte.

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