Politica

Nuove Br, preso Matteini. «Stava scappando»

Dai documenti a disposizione degli inquirenti emerge il ruolo di «militante defilato»


Luca Rocca

Sarebbe dovuto partire stamattina per Parigi, via Londra, con la possibilità di farla franca per sempre. Ma i carabinieri del Ros - a dispetto delle smentite dell’avvocato - lo hanno catturato ieri nella sua abitazione di Incisa Valdarno, vicino Firenze, con le valigie già pronte. Nome di battaglia «Antonio», all’anagrafe Fabio Matteini, fiorentino di 48 anni, storico esponente degli Ncc (nuclei comunisti combattenti) arrestato per banda armata e associazione eversiva. L’ordinanza d’arresto del pool antiterrorismo della procura di Roma si basa sull’analisi dei dati cifrati rinvenuti nel pc della pentita Cinzia Banelli. Gli investigatori sono convinti di essere risaliti al mai identificato «compagno esterno» con funzioni di «reclutamento e approvvigionamento logistico». Un militante a tutto tondo, non un semplice fiancheggiatore.
Matteini è una vecchia conoscenza degli inquirenti. Nel 1995, infatti, viene arrestato a Roma assieme al pisano Luigi Fuccini, ex compagno di Nadia Desdemona Lioce condannata per l’omicidio di Marco Biagi e Massimo D’Antona. I due vengono sorpresi con passamontagna, armati, a bordo di un motorino rubato, poco prima di compiere una rapina: ai poliziotti si dichiarano prigionieri politici, militanti della formazione Ncc che racchiude i tanti simpatizzanti della stella a cinque punte che si sono «dispersi» dopo la Ritirata Strategica delle Br. Subito dopo l’arresto di Fuccini e Matteini, Nadia Desdemona Lioce entra in clandestinità. I Nuclei comunisti combattenti diventano celebri per una serie di attacchi: il primo del 18 ottobre del 1992 alla sede di Confindustria, il secondo datato 11 gennaio 1994 contro la Nato Defence College. Episodi che secondo gli inquirenti sanciscono il salto di qualità dell’organizzazione eversiva considerata, sino a quel momento, una sorta di palestra per aspiranti terroristi.
Già condannato il 5 aprile 1996 per partecipazione ad associazione terroristica eversiva e banda armata Matteini, che di mestiere fa l’idraulico per il Comune, dopo la scarcerazione riprende i contatti con alcuni brigatisti, Roberto Morandi e Simone Boccaccini; il primo condannato per gli omicidi Biagi e D’Antona, il secondo per quello del giuslavorista bolognese. E se il 21 marzo 2005 il compagno «Antonio» accetta di sfilare come teste della difesa al processo Biagi, salvo poi fare improvvisamente marcia indietro, tre mesi dopo il pentimento di Cinzia Banelli assiste all’arresto di tre suoi vecchi amici, tutti dirigenti dei «Ncc»: Adriano Ascoli, Giuliano Pinori, e ancora Luigi Fuccini. Gli arresti fanno esultare il procuratore aggiunto di Firenze, Francesco Fleury, convinto che con quel colpo si fosse finalmente chiuso «il cerchio sulla struttura delle nuove Br in Toscana». Altrettanto ottimista si dirà il procuratore capo della Repubblica, Enrico Di Nicola, che dopo la condanna degli assassini di Biagi, escluderà categoricamente che altri brigatisti possano essere in libertà.

Più che smantellare definitivamente le nuove Br, l’arresto di Matteini oggi disarticola frettolose conclusioni investigative.

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