Cultura e Spettacoli

Le nuove star di Hollywood "reclutate" in India

È caccia al divo orientale. Freida Pinto gira con Rourke, Anil Kapoor con Cruise, Irfaan Khan farà "Spiderman"

Le nuove star di Hollywood "reclutate" in India

Los Angeles Bollywood, ovvero l’industria cinematografica commerciale indiana in lingua hindi, è la piu grande fucina del cinema mondiale: ogni anno sforna tra le ottocento e le mille pellicole, oltre il doppio dei film prodotti ad Hollywood. E la passione indiana per il cinema non si limita a Bollywood, basti pensare che in tutti gli stati indiani, dal nord al sud, si producono film in lingua locale, che spesso vengono poi rifatti in salsa bollywoodiana se sono dei successi nei propri territori, secondo la ricetta magica che consiste in un mix di azione, storie d’amore, tanta musica e tanti balli.

E oggi, dopo il grande successo di The Millionaire di Danny Boyle, il film girato a Mumbai con attori indiani vincitore di otto premi Oscar nel 2009, Bollywood è molto alla moda anche a Hollywood. Basti pensare alla traiettoria professionale dei protagonisti di The Millionaire. Anil Kapoor sarà al fianco di Tom Cruise in Mission Impossible - Ghost Protocol, il quarto film della fortunata serie. Irfaan Khan sarà il cattivo del prossimo Spider-Man, The Amazing Spider-Man, interpretato da Andrew Garfield, nonché il protagonista dell’adattamento cinematografico di Vita di Pi, diretto da Ang Lee e tratto dal best-seller di Yann Martel. Khan, una presenza regolare nella serie televisiva In Treatment, interpreterà anche il premio Nobel Mohammad Yunus, l’inventore del microcredito, nel film Il banchiere dei poveri, del regista italiano Marco Amenta, a fianco di Peter Fonda.

Va fortissimo anche la protagonista femminile di Millionaire, Freida Pinto, che dopo aver interpretato Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni di Woody Allen e il film palestinese Miral, è ora al fianco di Antonio Banderas in Black Gold di Jean-Jacques Annaud, e sarà prossimamente sugli schermi in Rise of the Planet of the Apes con James Franco, The Immortals con Mickey Rourke, e Trishna, il prossimo film di Michael Winterbottom.

Le agenzie hollywoodiane, sempre alla ricerca di nuovi talenti che parlano inglese, dopo aver fatto man bassa negli ultimi anni di attori britannici, australiani e scandinavi, stanno mettendo sotto contratto anche altre star del firmamento indiano, dal fascinoso Hrithik Roshan a Priyanka Chopra, l’ex Miss Mondo che spera di seguire le orme della famosissima collega Aishwarya Rai, spesso ancora definita la donna più bella del mondo, ammirata in film come Matrimoni e pregiudizi e La Pantera Rosa 2 con Steve Martin. Mentre il successo americano della serie televisiva Outsourced, che si svolge in un call center indiano, sta portando alla ribalta numerosi attori indiani nati e cresciuti negli Stati Uniti o in Canada, pronti anch’essi a compiere il passo verso il grande schermo.

I nomi che mancano invece nei progetti hollywoodiani sono quelli delle superstar di Bollywood come Shah Rukh Khan, Aamir Khan, Salman Khan o Amitab Bachchan, troppo impegnati a sfornare cinque o sei film all’anno come attori e/o produttori, e ad accumulare milioni (di dollari, non di rupie) per aver bisogno di cercare fama e fortuna all’estero. Per capire la popolarità delle star di Bollywood nel loro paese, basti ricordare che i loro nomi non appaiono nemmeno sui poster dei loro film, poiché i loro volti sono conosciuti persino negli angoli più remoti del subcontinente.

Nell’ultimo anno hanno avuto molto successo anche alcuni film indipendenti indiani non bollywoodiani, che si sono fatti notare nei vari festival internazionali, e hanno dato vita al fenomeno dei film «Hindie» (indipendenti in lingua hindi), come Mumbai Diaries, prodotto e interpretato da Aamir Khan, o Peepli Live, candidato indiano all’Oscar in lingua straniera, sempre prodotto da Khan. Altri film di questo filone sono Udaan e Love Sex Aur Dhoka, che nel 2010 hanno battuto al box office indiano molti film bollywoodiani tradizionali.

Parlando di successo non si può dimenticare il «Bollywood sound», che va fortissimo in discoteca. A.R. Rahman, premio Oscar per The Millionaire e compositore anche delle musiche di 127 ore di Danny Boyle, ha prodotto Kylie Minogue e le Pussicat Dolls, e fa il tutto esaurito nei concerti che tiene in giro per il mondo. Persino Lady Gaga si è lasciata sedurre da questo beat e ha recentemente proposto il remix bollywoodiano del suo mega-hit Born This Way. Mentre Snoop Dogg e Akon hanno registrato senza fanfara canzoni per film bollywoodiani.

In un mondo sempre più globalizzato, e con l’economia indiana in vertiginosa crescita rispetto ai ritmi occidentali, la corsa all’oro di Bollywood sembra solo iniziata.

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