Cronaca locale

Nuovi parchi sulle ceneri delle aree dismesse

Trecentocinquanta carpini disposti a cintura attorno alla Cascina Caimera, a Famagosta. Archi per rampicanti rivestiti di sarmentose da fiore a Bisceglie. Un carroponte ridipinto di giallo in mezzo a un parco a ridosso di viale Toscana. Un tratto della Vettabbia, la roggia di epoca romana, restituita ai milanesi con tanto di passeggiata panoramica. Un suggestivo specchio d’acqua ricavato sotto la tangenziale di via Rubattino. Sono gli elementi presenti in alcuni parchi di quartiere sorti tra il 2001 e il 2004.
Ma andiamo con ordine. I quasi 71 mila metri quadrati del Parco Cascina Caimera, a Famagosta, confinano con la ex cartiera Binda, realizzata nel 1840 e abbandonata nel 1997; con l’alzaia del Naviglio Pavese (civico numero 260) e con gli svincoli dell’autostrada dei Fiori. Il parco, realizzato nel 2003, è vicino ai nuovi quartieri residenziali. Oltre ai 350 carpini, in questo che era un terreno agricolo in abbandono, sono state complessivamente piantate più di 700 essenze, tra cui querce, meli da fiore e liriodendri. Nell’area della vecchia cartiera, entro il 2011 sorgerà un quartiere con 650 unità immobiliari (300 delle quali in edilizia convenzionata) completo di asilo, scuola materna e varie strutture di aggregazione. Carpini anche nel Parco Annarumma, intitolato all’agente di polizia morto nel novembre 1969 durante una manifestazione di piazza. È stato realizzato nel 2001 in via Lucerna, zona Bisceglie, su circa 55 mila metri quadrati di terra bonificata (in passato l’area è stata una discarica). Il parco oggi è pulito e ci si passeggia con piacere grazie alla facilità dei percorsi e al mix tra alberi e panchine. Qui, come nelle altre aree verdi milanesi più recenti, si intravede il gusto dei progettisti che hanno reintrodotto essenze arboree una volta presenti sul territorio. «La vegetazione comprende infatti boschetti e alberi robusti e rustici (nocciolo, faggio, ciliegio, olmo bianco e così via). Il parco Annarumma - recita la presentazione del Comune - è caratterizzato anche da tre alti archi in metallo su cui si avviluppano piante da fiore dal profumo particolarmente intenso e dalle colorazioni vivaci, secondo le stagioni». Attualmente sui tre archi non si vede nessun fiore, ma forse in agosto vanno in vacanza anche loro...
Dallo scorso 2004, Milano ha anche un parco unico nel suo genere, dedicato alle memorie industriali. È ricavato su parte dell’area industriale ex Om, la grande azienda metalmeccanica nata nel 1890, acquisita negli anni Trenta da Fiat poi da Iveco e infine dismessa negli Anni Ottanta. La caratteristica più evidente è la presenza di un vecchio carroponte ridipinto di giallo (che a dire la verità, avrebbe bisogno di una disinfestazione dai rampicanti che ormai lo soffocano) eco ormai lontana delle lavorazioni di carpenteria pesante, che si svolgevano al suo cospetto. Il parco si raggiunge percorrendo via Pompeo Leoni, e infine svoltando a destra. Dal carroponte, lungo lo stesso percorso verde che circonda il nuovo quartiere Ravizza (le due torri sono di Massimiliano Fuksas), si arriva al Parco della Vettabbia: una passeggiata pavimentata, contrappuntata da isole di panchine, lunga circa 400 metri. La roggia, che raccoglie parte delle acque del Seveso, sembra pulita a dispetto dei rottami soprattutto edili e dei sacchi di cemento colpevolmente abbandonati nel suo alveo. E, a proposito d’acqua, è davvero suggestiva la realizzazione di verde pubblico sulle aree ex industriali Maserati-Innocenti. Sorto nel 2004 su 110mila metri quadrati, il parco dell'Acqua è raggiungibile da via Pitteri, piazza vigili del Fuoco, ed è caratterizzato dalla presenza di un laghetto artificiale posizionato proprio sotto i piloni della tangenziale: un panorama inedito per Milano.


Una raccomandazione, infine, per chi volesse compiere una passeggiata nei quattro nuovi parchi, tutti dotati di grandi estensioni a prato, panchine e aree giochi: vietato scegliere le ore centrali della giornata perché arbusti e alberi sono giovanissimi e non hanno ancora imparato a fare ombra.

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